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Politica, Legnano

"Poltrone e poltroncine, no grazie"

Franco Brumana, capogruppo della lista di opposizione 'Movimento dei cittadini', è uscito dalla riunione dei capigruppo del consiglio comunale intonando una parola d'ordine precisa: poltrone e poltroncine, no grazie.

I toni sono duri, le accuse altrettanto forti. Franco Brumana, capogruppo della lista di opposizione 'Movimento dei cittadini', è uscito dalla riunione dei capigruppo del consiglio comunale intonando una parola d'ordine precisa: poltrone e poltroncine, no grazie. Per capire la genesi dell'affermazione, occorre ricostruire i capisaldi di come a suo avviso stiano le cose. Già durante il consiglio comunale andato in archivio lo scorso sabato, peraltro, Brumana aveva avuto per più di un aspetto parole di aspra critica nei confronti della giunta del sindaco Lorenzo Radice. "La maggioranza - scrive Brumana con il suo gruppo - ha fatto una proposta che ha definito "epocale", ha comunicato che PD, Insieme per Legnano e RiLegnano hanno deciso di lasciare alla minoranza la presidenza delle commissioni sport e della commissione sanità, oltreché la vicepresidenza delle commissioni servizi sociali e pubblica istruzione, hanno quindi chiesto ai gruppi di minoranza di accordarsi per scegliere i candidati specificando che avrebbe votato chiunque avrebbero designato". Poi, come ricostruisce Brumana, "Un capogruppo di minoranza ha chiesto almeno un'altra vicepresidenza in modo da spartire i posti più agevolmente; gli è stato replicato che la maggioranza si era già resa disponibile a un sacrificio rinunciando a queste cariche perché al suo interno vi erano molte pretese". Uno scenario rispetto al quale Brumana e il suo movimento hanno manifestato delle perplessità: "Da parte mia - spiega - ho subito chiarito che il Movimento dei cittadini non avrebbe preteso alcuna di queste cariche che hanno un significato politico irrilevante". Ma il j'accuse ad alta temperatura arriva subito dopo: "Il Partito Democratico e i suoi alleati - specifica Brumana - hanno dimostrato che per le commissioni pensano a una sorta di gerarchia di importanza e si è così appreso che mettono all'ultimo posto quelle riguardanti la sanità e lo sport e poi al penultimo quelle della pubblica istruzione e dei servizi sociali, chi è interessato a questi temi ne prenda atto". Brumana parla poi di "Rilievo alla ripartizione delle cariche, anche di rilevanza politica inesistente" e di una "Concezione deludente della collaborazione e del confronto tra maggioranza e minoranza che dovrebbe invece riguardare il rispetto delle competenze del consiglio comunale sulle questioni di indirizzo e più importanti per la città". Brumana rileva come "Sarebbe stato doveroso portare in consiglio le osservazioni al Piano territoriale metropolitano, di enorme significato per la città, invece di liquidare frettolosamente questo tema con una scarna delibera di giunta". Così come,a suo avviso, lo sarebbe stato "Anche un consiglio comunale dedicato al tema bollente di Accam, alle responsabilità per il dissesto di questa società partecipata del Comune e all'anomalo comportamento di Amga". Rilevando come a suo modo di vedere sarebbe "Istituzionalmente corretto rispettare l'autonomia delle commissioni e lasciare che ognuna di loro scelga autonomamente il presidente e il vicepresidente n funzione di un progetto di lavoro e delle caratteristiche personali dei nominati", Brumana conclude in modo non meno perentorio che ha prevalso a suo dire "una logica diversa" e che "Quindi andrà bene chiunque, purché si rispetti la spartizione partitica". Parole che certo non mettono serenità nel cielo del dibattito politico cittadino.

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