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Storie, Cuggiono

"Fermo, ormai, dalla primavera"

Covid e teatri chiusi: abbiamo intervistato il cuggionese Alberto Fraschina, affermato tenore. "Tutto sospeso e cancellato; e non sappiamo quando e come si potrà riprendere".

Fermo, praticamente, dalla scorsa primavera (da quando, cioé, è scattato il cosiddetto lockdown) e, se non fosse per quell'attività di insegnante, beh... da mesi e mesi, ormai, sarebbe costretto a casa. Niente spettacoli, niente lavoro, niente di niente, alla fine e "Una delle cose più preoccupanti è che il futuro è e resta un grosso punto di domanda". In testa, insomma, una serie di dubbi e interrogativi (tanti, tantissimi) e, in fondo, come dargli torto, perché la sua professione è nei teatri, proprio quel mondo tra i più colpiti dall'emergenza Covid-19 in ottica di restrizioni e chiusure. "Pensate che avevo già in calendario oltre 120 appuntamenti in 2 anni - racconta il cuggionese Alberto Fraschina, affermato tenore - Ecco, tutti cancellati e rimandati per ora. Le difficoltà, inutile nasconderci, sono grandi; non è solo per gli eventi, ma per quanto gira attorno a queste realtà, tra artisti e personale vario, numeri che da fuori non si conoscono e che, invece, sono davvero significativi. Ci sono i lavoratori e, poi, di conseguenza le loro famiglie che si trovano senza più un sostentamento". Un anno, dunque, letteralmente "buttato" e posticipato al successivo, con molti "se" e "ma" però. "Come e quando ricominceremo, infatti? - continua Fraschina - Si parla della prossima primavera, ma quello che mi chiedo è: ci saranno, ovvio, ancora limitazioni e disposizioni, quindi in che modo si potrà svolgere la propria attività? E la gente tornerà nei teatri a seguire uno spettacolo oppure per paura rinuncerà? Gli eventi, infine, si cercherà di farli all'aperto, va bene, e con l'arrivo delle stagioni fredde? Ci troveremo di nuovo a doverci fermare? Mi sto facendo queste domande fin dall'inizio ed è brutto non riuscire a darsi delle risposte". Senza dimenticare, inoltre, l'altra enorme preoccupazione. "Già - conclude - Non sono più un giovane, pertanto, una volta che si riprenderà, sarò ancora, come si dice, nel 'giro' oppure qualcosa sarà cambiato? Un anno perso per chi è in età adulta non è facile da recuperare. Certo, io in parte sono fortunato, perché, comunque, adesso sto insegnando in accademia, ma sento quotidianamente diversi miei colleghi che, purtroppo, sono a casa e non possono fare nulla".

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