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Bi-Rex: dagli 'avanzi' alla cellulosa

Dagli scarti delle biomasse agroalimentari, che oggi vengono semplicemente inceneriti, producendo anidride carbonica, si possano ricavare nuove materie prime.

Nelle ultime settimane, una Greta si è guadagnata le luci della ribalta, ma non è la famosa Thunberg. Bensì Greta Colombo Dugoni, giovane dottoranda in Chimica Industriale e Ingegneria Chimica del Politecnico di Milano, che insieme alla collega Monica Ferro, ha scoperto un modo alternativo di ricavare cellulosa per produrre carta.
28 anni, inverunese doc, Colombo Dugoni, lavorando in laboratorio su nuovi solventi, si è confrontata con la collega Ferro, Tecnico Laureato del Dipartimento Giulia Nasta del PoliMi, originaria di Lonate Pozzolo, che stava invece lavorando sulla cellulosa e mettendo insieme le idee, hanno trovato un modo di salvaguardare l'ambiente: pare infatti che dagli scarti delle biomasse agroalimentari, che oggi vengono semplicemente inceneriti, producendo anidride carbonica, si possano ricavare nuove materie prime, tra cui la cellulosa, tale e quale quella che si estrae dagli alberi. Questo si tradurrebbe in meno inquinamento e meno piante abbattute.
“Per ora, ci siamo concentrate sulla trebbia ricavata dalla birra, sui sacchetti dell'umido, sul riso e sulla spremitura degli agrumi – ci spiega Greta – Tutte queste rappresentano fonti alternative di cellulosa”.
La prima idea, da cui è nato il progetto Bi-Rex, è sorta ormai due anni fa: “Nel mentre, ci siamo adoperate per ottenere dei finanziamenti che andassero a sostenere economicamente la nostra intuizione: nel 2019 abbiamo ottenuto 30 mila euro, vincendo una challenge lanciata da Deloitte e PoliHub. Ora puntiamo a ottenerne 160 mila come fondo investimenti preseed Poli360 per studiarne la fattibilità tecnica e la sostenibilità a livello industriale, perché al momento abbiamo visto che la nostra idea funziona sì, ma in laboratorio su grammature ridottissime. Portare la produzione su scala industriale e mantenerne il principio green sarà la vera sfida, ma è il momento giusto per provarci. Per saperlo, ci vorrà ancora un anno e mezzo circa, ma noi ci impegneremo in questo senso perché crediamo molto nel nostro progetto”.

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