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Salute, Castano Primo

"Perchè tu non sia quell'anonimo numero"

La bellissima lettera di Stefania Simonin: suo papà Roberto è deceduto nei giorni scorsi, dopo essere stato ricoverato in ospedale per COVID-19. Parole cariche di emozioni e ricordi.

"Caro papà... Non avrei mai pensato di doverti scrivere, noi che siamo sempre stati tanto parchi nell’esprimere i nostri sentimenti e ritrovarci ora a dover condividere una lettera 'aperta'. Si papà perché non vorrei proprio che tu rimanessi solo l’anonimo numero '298' deceduto a Busto Arsizio nel 2020, una vittima sconosciuta e senza nome in questa guerra tanto assurda quanto tremenda (tu che amavi tanto raccontare che con la guerra ci eri nato e la nonna ti aveva perso durante un bombardamento, ma eravate sopravvissuti). Tu così forte, caparbio, testardo, permaloso, ma anche e soprattutto leale, aperto, gioviale e simpaticissimo. Sei stato così tenace da costruire una famiglia che ancora oggi, tanto distanti, possiamo ritenerci tale; hai accolto, aiutato, spronato e amato, incessantemente, immensamente e senza mezze misure. Anche quando la vita ha avuto curve e salite difficili, non ti sei mai arreso, anzi con le maniche rimboccate sei andato avanti, sicuro per la tua strada... un friulano vero. La fortuna è stata anche dalla tua parte, ti ha donato una moglie speciale che ti ha sempre assecondato, supportato, appoggiato. Mancherai a tanti sai, mancherai a noi, come è naturale che sia, lascerai un vuoto incolmabile, però cercheremo di onorarti comportandoci sempre come tu avresti voluto. Mancherai ai tuoi nipoti; con ognuno di loro avevi un rapporto speciale, sarai il loro FARO. Mancherai agli innumerevoli amici, giovani e meno giovani, sparsi ovunque, che non sapranno più con chi ridere di gusto e mancherai alle persone che incrociavi quotidianamente, regalando sorrisi aperti e sinceri. Vorrei dirti che è un vero peccato che sia andata così, che un maledetto virus abbia potuto sconfiggerti, lasciare senza scampo una persona che di fatto non aveva patologie. Sembra incredibile che tu abbia potuto sopportare in silenzio e con rassegnazione tutte le risposte negative ad ogni nostra e tua richiesta di aiuto; una visita a domicilio per capire lo stato dei tuoi polmoni; all’ospedale, poi, sono stati insuperabili, ma non sempre si vince e tu hai perso la partita con la vita, mettendoci sempre il cuore però, quel cuore che forse tanti hanno pensato di non usare. Arrivederci papà. E quando un giorno saremo di nuovo insieme lassù in cielo e tu con un sorriso mi chiederai cosa ho fatto durante la tua assenza, io ti risponderò: ti ho ricordato, pensato, amato e tenuto sempre nel mio cuore". (Stefania)

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