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Storie, Inveruno

"I miei capi di vestiario in... pelo di cane"

La storia e l'attività dell'inverunese Cristina. Realizza, infatti, maglioni, cappelli, scaldacollo, ecc... appunto utilizzando il pelo dei cani. "Spero diventi un lavoro".

“Scegli un lavoro che ami, e non dovrai lavorare neppure un giorno in vita tua”, una frase attribuita a Confucio e che Cristina Motta ha preso alla lettera. 39 anni, inverunese doc, Cristina lavora da sempre nell'osteria di famiglia, sebbene abbia alle spalle un diploma di liceo artistico e uno preso all'Istituto Marangoni di Milano. Ora, da qualche mese in qualche modo ha dato vita ai suoi sogni, confezionando manufatti in pelo di cane. “Un anno e mezzo fa ho frequentato un corso per imparare a filare la lana con il fuso, ma la quantità di lana che si può lavorare è davvero poca – ci racconta - Così ho comprato una ruota per filare e da autodidatta mi sono messa a studiare per usarla. Fino a che non ne ho acquistata una più grande dalla Nuova Zelanda, dove ancora oggi, accanto al vello di pecora, filano quello di cane”. “Così ho contattato un'amica che aveva un allevamento di cani qui vicino e che da poco si è trasferita in Toscana, illustrandole la mia idea, che ha subito appoggiato, confessandomi che conosceva una signora francese, che da tempo si faceva produrre manufatti col sottopelo di cane. Allora, le ho chiesto se ne me ne inviava un po' e ho fatto delle prove”. La voce si è sparsa, tanto che Cristina ha avuto le prime commissioni: “Fare un manufatto in pelo di cane può diventare un ricordo dell'animale: basta che il padrone lo spazzoli ben bene, lo riponga in una scatola e mi invii delle grosse quantità di sottopelo, più morbido e lanoso del pelo, che spesso punge. Ci tengo a precisare che nessun cane viene assolutamente maltrattato né tosato per questo”. “Con una muta, si possono confezionare due berretti o un berretto e uno scaldacollo. In media, con 120 grammi di sottopelo riesco a confezionare un cappello”. Quante richieste hai in un mese? “Dipende, per esempio nel periodo invernale sono stata ferma, ma adesso che è cominciata la muta, mi stanno già arrivando le prime buste di sottopelo. Spero davvero che possa diventare un lavoro vero e proprio. Certo è che bisogna rispettare i tempi della natura!”. Su Facebook trovate Cristina e la sua attività, cliccando sulla pagina 'L'arte di Cris', dove vi sono anche i suoi contatti diretti.

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