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Eventi, Storie, Mesero

Carlo, vittima di piazza Fontana

Carlo Garavaglia è una delle 17 vittime della strage di piazza Fontana a Milano. Era nato a Casone nel 1902. L'iniziativa in biblioteca a Mesero, per non dimenticare.

'In ricordo di Carlo Garavaglia. Marcallo con Casone 09.08.1902 – Milano, piazza Fontana 12.12.1969': questo è il titolo della mostra attualmente esposta presso la biblioteca comunale di Mesero. “Ritengo sia un riconoscimento dovuto a Carlo, uno di noi, che è stato ucciso mentre stava lavorando – afferma il sindaco Davide Garavaglia – Non ci sono stragi di destra o stragi di sinistra, ma solo persone innocenti morte. Con questa iniziativa desidero ricordare la vittima della strage più vicina alla nostra comunità. Carlo è nato e cresciuto a Casone all’inizio del Novecento. E’ ancora nella memoria dei suoi parenti, anche se sono passati cinquant’anni. Io sono troppo giovane per averlo conosciuto direttamente, però ne ho sentito parlare da una sua nipote che abita proprio a Mesero. Raccontando dei tragici avvenimenti di quel 12 dicembre 1969 c’è venuta, quindi, l’idea di ricordarlo con una mostra, che riporta ritagli di giornali, fotografie, giornali d’epoca e una raccolta dei vari libri che sono stati pubblicati sulla vicenda”. Si è partiti da lui, raccontando chi era, perché le 17 vittime della strage non devono essere ricordate come numeri, ma come persone, ognuna con la propria storia, accomunate da una tragica fine. La mostra, infine, è visionabile negli orari di apertura della biblioteca, in piazza Europa (martedì dalle 10 alle 12; mercoledì, giovedì e venerdì dalle 16 alle19, sabato dalle 9:30-12:30 e 15:30-18:30 e domenica dalle 10 alle12) fino a domenica 12 gennaio.

UNA MOSTRA: TANTI RICORDI ED EMOZIONI
Si tratta di una raccolta di giornali d’epoca, del giorno successivo alla strage di piazza Fontana. In particolare è stata conservata una copia dei giornali IL Giorno e L’Avanti. Vi è la copia del IL Giorno stampata in occasione del ricordo dei fatti più importanti avvenuti nell’anno 1969. Ci sono ritagli di giornali dal 1969 in poi, che riguardano sempre la strage, tratti da Famiglia Cristiana, Il Giorno e il Corriere della Sera. Questo lavoro di archivio è stato fatto da Luigi Ferrari (parente di Carlo). Sono state plastificate tutte le pagine che Il Giorno ha dedicato al ricordo dei 50 anni delle strage, pubblicate da novembre 2019. Inoltre, sono state esposte le riproduzioni delle fotografie delle 17 vittime della strage, della formella dedicata a Carlo Garavaglia posata (con le altre 16) in occasione del cinquantesimo in piazza Fontana a Milano e della lapide in ricordo di Giuseppe Pinelli (sempre posata in piazza Fontana). Vi è varia documentazione riguardante le sentenze. Infine, ecco dei pannelli che riguardano i libri e i film realizzati sull’argomento. Vi è anche lo scaffale tematico con i libri che riguardano l’evento (reperiti dal catalogo della Fontadazione per leggere) pronti al prestito.

CHI ERA CARLO GARAVAGLIA
Carlo è nato a Casone il 9 agosto del 1902, da Carolina Cucchi e Marco Garavaglia. Come era in uso all’inizio del Novecento, in famiglia erano in undici figli. Purtroppo, solo in cinque hanno raggiunto la maggiore età: Carlo, Giuseppe, Luigi, Antonia e Maria. La famiglia Garavaglia viveva in via San Carlo, al civico 16. Ha frequentato le scuole Elementari di Casone. Terminate, ha cominciato a fare il garzone in una macelleria. Successivamente, con il fratello Giuseppe, ha aperto un negozio di macelleria a Magenta, nella centralissima via Pretorio. Dopo essersi sposato con Francesca Mazza, si è trasferito a Corsico e qui la coppia ha avuto due figli: Eugenio e Eugenia. Purtroppo, il primo figlio è deceduto a soli 19 mesi, mentre la seconda, nata nel 1932, è attualmente vivente. Dopo aver chiuso il negozio di Magenta, ne ha aperto un altro a Milano, mentre il fratello Giuseppe ne aveva uno ad Ossona. Nel 1953 è deceduto Giuseppe e ha lasciato due orfane minorenni: Franca e Marisa. Lo zio Carletto si è occupato di loro come un padre: “Adesso non ho più una figlia ne ho tre” e ha gestito il negozio di Ossona. Il giorno della sua morte era in banca come mediatore di bestiame. Abitava a Corsico, con la figlia Eugenia, il genero Luigi Passera (che è stato il presidente dell’Associazione familiari delle vittime di piazza Fontana) e la nipote Elisabetta. Dopo i funerali, che si sono svolti nel Duomo di Milano, il 15 dicembre 1969, la bara è stata trasportata per essere tumulata al cimitero di Corsico. Il carro funebre è transitato per il centro della cittadina, tra due ali di folla. Al suo passare le persone si sono inginocchiate sull’asfalto. Carlo riposa accano alla moglie Francesca e al figlio Eugenio.

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