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Politica, Inveruno

Ciclabili: "Manca progettazione"

"L’amministrazione tollera consapevolmente il mancato rispetto dei divieti per un loro errore di progettazione?”

“Apprezziamo tanto il lavoro svolto dall’amministrazione in carica nel realizzare piste ciclabili che riteniamo utilissime, siamo però a sottolineare una grave mancanza di programmazione, alla quale la giunta si è sottratta dal fornire adeguata risposta bollandola come mera polemica”. In una conferenza stampa “Insieme per Inveruno e Furato” ha voluto chiarire le voci emerse in paese negli ultimi giorni sulla loro contrarietà alle piste ciclabili. “Non è così”, ribadisce Barni. La richiesta del gruppo di opposizione è, invece, un’altra e all’apparenza tutt’altro che illogica. Il comune di Inveruno, spiegano Barni e Leoni, si è reso protagonista di un assoluto controsenso. “Nell’estate 2019 il documento di aggiornamento triennale delle opere pubbliche prevedeva la realizzazione di opere ciclopedonali ed era stato approvato anche coi voti favorevoli dalla minoranza. A fine novembre dello stesso anno, però, siamo a commentare la realizzazione di sole piste ciclabili. Assurdo se si pensa che i paesi limitrofi si collegano ad Inveruno con piste ciclopedonali, le quali da Inveruno in poi proibiscono il passaggio dei pedoni. Una mancanza, quella dell’accessibilità ai pedoni, che l’amministrazione ha attribuito alle condizioni del bando per la realizzazione delle piste di Regione Lombardia. “Peccato però, riprende Barni, che nulla a riguardo vi sia scritto nelle linee guida del bando regionale e che gli stessi paesi confinanti abbiano realizzato le loro attraverso il medesimo bando”. Aggiunge Garagiola: “ L’Ass. Barera, davanti a nostra osservazione, ha voluto precisare che mai il comune invierà qualcuno per multare i pedoni che transiteranno sulle ciclabili (cosa che peraltro avviene quotidianamente). Dunque, l’amministrazione tollera consapevolmente il mancato rispetto dei divieti per un loro errore di progettazione?”. Il codice della strada, in effetti, sarebbe chiaro e prevederebbe che, in assenza di esplicito cartello di promiscuità della pista, al pedone sia interdetto il passaggio sulla ciclabile. “Piuttosto avremmo rinunciato al bando, conclude Barni. Quando l’ideologia eccede rispetto alla concretezza, questi sono i risultati”.

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