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Buscate

Una vigilessa dal 'tocco artistico'

Giose Padovan ci racconta la sua grande passione per la pittura

Giose Padovan, a prima vista, potrebbe sembrare una donna normale, ma, in realtà, dentro di sé racchiude un mondo magico, che lei sa esprimere molto bene attraverso la cifra artistica che più la rappresenta: la pittura, in particolare l’astrattismo, corrente a cui si ispirano la maggior parte delle sue opere. Classe 1956, nasce in Australia ad Ayr, ma ben presto si ritrasferisce con tutta la famiglia in Italia, nell’hinterland milanese. Dopo aver intuito sin da bambina quale fosse il suo talento, decide di assecondarlo, diplomandosi all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano con il maestro Gottardo Ortelli, suo vero e proprio mentore. Come pittrice, ha esposto numerose opere in diverse mostre personali e collettive e ha partecipato a concorsi a livello nazionale. Oggi vive a Cuggiono con la sua famiglia, dove ha uno studio, nel quale oltre alla pittura si dedica anche al restauro di affreschi. Ma non solo... Sappiamo, infatti, che è un agente di Polizia locale, presso il comando di Buscate. Da cosa deriva questa dualità professionale? “Materialmente, dal bisogno di un’entrata fissa mensile. Sono mamma di tre figlie e non potendo contare solo da ciò che mi offre un mestiere come quello di artista, ho dovuto fare una scelta. Così nel 1996 sono entrata nel comando di polizia locale buscatese”. Lei oggi dipinge ancora. Ma quando trova il tempo di farlo? “Con una famiglia così numerosa non è semplice, ma il mio lavoro part-time per fortuna me lo consente. Per me è una vera e propria necessità: attraverso i quadri, cerco di esprimere sensazioni, emozioni. Alcune possono sembrare pennellate a caso, invece richiedono un grande studio dei pesi e degli equilibri dei colori sulla tela, per dare ad essi maggior fisicità”. La corrente pittorica a cui appartengono i suoi dipinti è l’astrattismo. Ma c’è qualche artista a cui si è ispirata maggiormente? “L’espressionismo astratto si divide in due direzioni: la pittura d’azione e quella di non azione. Sicuramente, io mi sento di appartenere alla seconda, quindi mi sono ispirata ad artisti come Rothko o Still, anche se, dopo gli studi, mi è venuto naturale andare verso un percorso artistico più personale”. Questa scelta l’ha portata a lavorare di più come artista? “Non molto in realtà. Ho notato che quando organizzavo nel mio studio mostre con copie d’autore o ritratti, la gente apprezzava di più rispetto ai miei quadri astratti, forse perché quelli figurativi sono più comprensibili e immediati. Detto ciò, quello dell’astrattismo è un percorso che sento più mio”. Infine, cosa vuole comunicare con i suoi quadri a chi li guarda? “Soprattutto me stessa, ma spero che chi li osserva, assorba una carica positiva e serena dall’accostamento dei colori, a volte contrastanti, sulle varie tele realizzate”.

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