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Scuola, Magenta

'Scuola vs mafia' al Teatro Lirico

Il progetto dell’associazione Saama Raac, in collaborazione con l’istituto ‘Via Papa Giovanni Paolo II’. Presenti anche i comandanti delle stazioni Carabinieri di Magenta e Abbiategrasso e il comandante del Gruppo Carabinieri Tutela Ambientale.

Parlate di mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene. Così diceva Paolo Borsellino, il magistrato al quale la mafia ha tolto la vita. Parlatene del fenomeno, anche ai più piccoli. Anzi, soprattutto ai più piccoli, perché saranno loro a guidare il mondo di domani. E così martedì 9 aprile il Teatro Lirico di Magenta si è riempito di studenti delle scuole secondarie di Magenta per un incontro realizzato all’interno del progetto ‘Scuola vs mafia’, dell’associazione Saama Raac, in collaborazione con l’istituto ‘Via Papa Giovanni Paolo II’. “La scuola è un potente scudo contro l’illegalità – ha detto Sara Abd El Fattah, dell’associazione – è per questo che abbiamo dato vita ad un progetto che coinvolge i ragazzi fino alle scuole medie, partendo dai più piccoli della scuola dell’infanzia”. La novità principale dell’incontro è stata la presenza dei comandanti delle stazioni Carabinieri di Magenta, maresciallo Massimo Simone, e Abbiategrasso, maresciallo Massimiliano Stefanelli, e del comandante del Gruppo Carabinieri Tutela Ambientale, tenente colonnello Massimiliano Corsano. I militari, usando parole simpatiche, hanno dialogato con i ragazzi confrontandosi su un tema delicato e che li coinvolge direttamente. Questo perché ci si potrebbe imbattere in fenomeni mafiosi già a scuola. Il bullismo presenta delle similitudini fortissime con un’organizzazione di stampo mafioso. Dal bullo che potrebbe essere paragonato al boss, ai suoi gregari, per arrivare all’estorsione nei confronti dei più deboli usando violenza e minacce. La mattinata ha visto la presentazione di un video di ottimo livello, nel quale i ragazzi hanno mostrato tutta la loro maturità e conoscenza sul fenomeno criminale. A Pontevecchio circa 30 ragazzi sono coinvolti in attività extra scolastiche per capire il fenomeno mafioso e stanno realizzando un cortometraggio che verrà presentato a Vittuone il prossimo 23 maggio. La presenza di un alto ufficiale dei Carabinieri che comanda un nucleo ambientale ha poi rappresentato l’occasione per parlare di un altro problema. Quello del rapporto tra crimine organizzato e illecito smaltimento dei rifiuti. Smaltire rifiuti pericolosi in maniera illegale causa un danno enorme all’ambiente e alla nostra salute. “Chi inquina non ha rispetto per nessuno – ha detto il colonnello – nemmeno per la propria persona o per la sua famiglia. Cosa farei se io fosse un mafioso? Vedendo così tanti ragazzi che si interessano ai crimini che commetto mi pentirei subito”. E tra i ragazzi c’è già chi ha presentato una tesina sulla mafia, studiandone con attenzione le caratteristiche. E’ Tommaso Vitale, oggi studente dell’Alessanbrini di Vittuone e già alunno della secondaria ‘IV Giugno’ di Pontevecchio. Perché Tommaso ha svolto una tesina sulla mafia? Perché sono cresciuto in una famiglia dove mi hanno insegnato, fin da subito, l’importanza della legalità. I miei nonni erano uno poliziotto e l’altro carabiniere. Uno ha lavorato con il generale Dalla Chiesa e l’altro ha scortato il boss mafioso Luciano Liggio da Corleone a Palermo. Hanno lavorato per sconfiggere la mafia, come tanti altri. E io voglio seguire il loro esempio”.

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