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Sport, Castano Primo, Vanzaghello

Emozioni... apnea: in acqua con Ilaria

Ilaria Bonin: la storia di una campionessa e di un esempio. L'abbiamo incontrata nei giorni scorsi, protagonista di un doppio evento a Vanzaghello e a Castano Primo.

L’acqua, il filo conduttore della sua vita; l’impegno, la passione, la determinazione, il lavoro ed i sacrifici che ne hanno fatto una campionessa in tutto e per tutto. Perché quando dici Ilaria Bonin, inevitabilmente (e, in fondo, diversamente non potrebbe essere) il primo pensiero va a quei record su record conquistati uno dopo l’altro, alle tante medaglie che si è messa al collo ed ai grandissimi risultati raggiunti. Giù sott’acqua, insomma (lei che in tanti hanno ribattezzato la ‘regina’ dell’apnea) per risalire poi, praticamente o quasi certa di avere centrato l’ennesimo traguardo. “Cosa raccontarvi – spiega la stessa Bonin, protagonista lo scorso fine settimana di un doppio evento a Vanzaghello e a Castano – Non c’è momento del mio percorso che non è nel mio cuore; ogni istante è stato fondamentale nella mia crescita da atleta e personale. Ma non ho cominciato subito con l’apnea, ho giocato, infatti, diversi anni a pallanuoto ed è qui che ho conosciuto la disciplina che successivamente è diventata la mia grande passione. In squadra con me c’era la sorella di Umberto Pelizzari e, quando ci si allenava, capitava di fare gli schemi o i tiri in porta con un’ombra nera che passava avanti e indietro sotto di noi. Era proprio Umberto, che ha subito catturato la mia attenzione e la mia curiosità verso quel tipo di attività”. Dalla pallanuoto, allora, all’apnea, diventando una delle migliori in Italia e nel mondo. “E’ cominciato un po’ come una sfida con me stessa – continua – Innanzitutto per provare a vivere l’acqua in maniera diversa, quindi per cercare di superare la mia paura del blu (già, potrà sembrarvi strano, ma è proprio così; pensate che al mare mi allontanavo da riva solo con mio papà o con qualcuno di fianco). Allora mi sono iscritta ad un corso e da lì mi sono tuffata in questa bellissima avventura”. E che avventura… “Per certi aspetti la pallanuoto e l’apnea hanno alcune caratteristiche simili – spiega – La cosiddetta prospettiva di squadra, nel primo caso dove in realtà si vede molto, nel secondo, invece, è vero che la prestazione è singola, ma dietro c’è sempre un team che ti sostiene e ti da la carica necessaria”. Record su record, dicevamo, medaglie dopo medaglie e, poi, le emozioni, tante tantissime. “Sì, i traguardi sono stati numerosi – ricorda – Non ce n’è uno in particolare rispetto ad un altro, certamente però il primo, nel 2011, è quello che occupa una parte importante del mio cuore, perché dall’essere la ragazzina arrivata dalla pallanuoto che cominciava a muoversi in acqua a sorprendere tutti con un record del mondo, beh… è qualcosa di unico. Comunque, i vari risultati centrati e le singole competizioni alle quali ho preso parte mi hanno regalato ogni volta delle sensazioni particolari. Io sono più che altro una specialista della piscina, ossia dell’apnea in orizzontale, mentre il mare è sempre stata una sfida, su cui sto ancora lavorando, però, alla fine, un passaggio che accomuna tutti è il concentrarsi nell’immediato, nel qui e nell’ora e nelle sensazioni positive”. Campionessa a 360 gradi, insomma, la si potrebbe benissimo definire in questo modo. L’esempio di come l’impegno, la determinazione ed il sacrificio sono fondamentali e ti fanno raggiungere determinati tasselli. “Credo che come per qualsiasi sport, servano la voglia, il lavoro e gli allenamenti – conclude – Forse la cosa che caratterizza l’apnea rispetto ad altre discipline è la testa, avere la capacità di estraniarsi completamente dall’esterno e di concentrarsi su se stessi, senza mai dimenticarsi l’aspetto del divertimento, altra componente che sicuramente aiuta e ti fa arrivare a mettere nuovi pezzi nel tuo percorso”.

ILARIA, CAMPIONESSA IN TUTTO E PER TUTTO

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