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Sociale, Milano

La Diocesi ringrazia il Papa

Con una serie di celebrazioni che si svolgeranno nei prossimi giorni, la Diocesi di Milano ringrazia papa Francesco per la canonizzazione di Paolo VI

Con una serie di celebrazioni che si svolgeranno nei prossimi giorni, la Diocesi di Milano ringrazia papa Francesco per la canonizzazione di Paolo VI, vescovo della chiesa ambrosiana tra il ‘54 e il ‘63, elevato agli onori degli altari domenica 14 ottobre.
La Cappella Musicale del Duomo diretta da don Claudio Burgio eseguirà sabato 20 ottobre, alle ore 19.00, un concerto nella Cattedrale dal titolo “In nomine Domini”, aperto a tutta la cittadinanza con ingresso libero fino a esaurimento posti. Il programma attingerà a piene mani al ricchissimo patrimonio musicale della Cappella, con composizione scritte dai suoi maestri dal XV secolo a oggi.
Un particolare ricordo del pontefice divenuto santo sarà espresso dall’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, domenica 21 ottobre alle ore 11.00 nel corso della Messa pontificale in Duomo per la Dedicazione della Chiesa cattedrale. In questo modo, il ricordo di Paolo VI si aggiunge alle ricorrenze che riguardano la Solennità della «Dedicazione del Duomo di Milano, chiesa madre di tutti i fedeli ambrosiani»: la riconsacrazione nel 453 da parte dell’arcivescovo Sant’Eusebio, dopo la devastazione dagli Unni; la dedicazione nel 1577 per opera di San Carlo Borromeo; la dedicazione del nuovo altare nel 1986 durante l’episcopato del cardinale Martini. In questa occasione le parrocchie di Milano saranno presenti con una loro rappresentanza.
Infine, sabato 27 ottobre, alle ore 7.00, l’Arcivescovo Delpini salirà al Sacro Monte, recitando la preghiera del Rosario a partire dalla prima cappella della Via Sacra; giunto al Santuario, alle ore 8.00, celebrerà la Messa alla quale parteciperanno anche le Romite ambrosiane.
Nell’entrare nel Santuario l’Arcivescovo passerà davanti alla statua bronzea di Paolo VI, commissionata nel 1982 all’ artista Floriano Bodini dall’allora arciprete mons. Pasquale Macchi, che fu segretario personale di Giovanni Battista Montini, prima quale arcivescovo di Milano e poi in veste di Pontefice, interpretando in questo modo la forte sensibilità del Pontefice per il mondo degli artisti.

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