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Salute, Inveruno, Legnano, Vanzaghello

Virus del Nilo: vero allarme?

Migliora il paziente di Inveruno, ma il dott. Paolo Viganò: “I casi saranno migliaia, pochi i gravi”

Appariva un problema lontano, per lo più segnalato nelle zone di Ferrara e Mantova, ma da metà agosto in poi si è ‘avvicinato’ sempre più a noi. Prima Rho e Pregnana Milanese, poi Inveruno e Vanzaghello. Ed è qui che il ‘West Nile’ virus, portato dalle zanzare, ha fatto una nuova vittima. Il pensionato di Vanzaghello, ricoverato nelle scorse settimana all’ospedale Humanitas di Rozzano e sotto osservazione a causa del virus West Nile, è infatti purtroppo deceduto. Da quanto si è saputo, l’uomo, Luigi Silvio E. avrebbe iniziato a sentirsi male a fine agosto ed era stato portato dai parenti proprio al nosocomio, dove era già in cura per una grave patologia che aveva indebolito le sue difese immunitarie rendendolo più esposto a un eventuale contagio. I primi sintomi erano comparsi il 19 agosto, ma era stato rimandato a casa, senza il minimo sospetto. Le condizioni nella settimana successiva si erano aggravate e si era, pertanto, reso necessario il ricovero in terapia intensiva. Migliorano, invece, le condizioni del paziente inverunese, di 80 anni, ricoverato da alcune settimane a Legnano. “Le sue condizioni stanno sicuramente migliorando - ci conferma il responsabile di malattie infettive dell’Ospedale di Legnano Paolo Viganò - ma è inutile ora fare allarmismi, bisogna piuttosto far sì che enti e Comuni provvedano alla disinfestazione delle zanzare nei periodi opportuni. Il ‘West Nile Virus’ non ha vaccini o terapie specifiche, ma possiamo anche trovarci altri virus i prossimi anni in cui possiamo fare poco per i pazienti immunodepressi o a rischio. Se pensiamo al caso di Inveruno, è probabile che altre mille persone della zona siano state punte da zanzare con il virus, ma se per l’80% di essi è rimasta asintomatica, per un altro 19% i pochi sintomi magari sono stati vissuti come semplice influenza, mentre solo per l’unico ricoverato ci sono state complicazioni. Queste malattie non le portano di certo i migranti, ma piuttosto gli uccelli migratori che sono autoimmuni, ma trasportano a grande distanza questi virus. Noi, come la zona del basso Po, siamo zone di transito per cui è normale che virus nuovi possano diffondersi”. Ma quindi, quali consigli si sente di dare? “E’ fondamentale che enti e Amministrazioni si attivino a calendarizzare interventi di disinfestazione nei momenti opportuni, trovando le risorse, così come i singoli cittadini evitino di avere sottovasi o raccolte di acqua stagnante che sono il luogo ideale per la nascita delle zanzare”.

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