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Sport, Turbigo

Triplice fischio per la 'Tazza'

La squadra nata nel ricordo dell'amico Marco Tanzini, scomparso alcuni anni fa per una grave malattia, si congeda ufficialmente. Tante emozioni e straordinari successi.

Uno sport, che per alcuni ragazzi è stato un pezzo importante della propria vita. Passano i giocatori, ma restano le squadre e restano i colori. Per quasi tutti gli appassionati il calcio è questo. Non è il caso, però, della Tazza United, una realtà amatoriale nata per ricordare la memoria dell’amico Marco Tanzini, scomparso alcuni anni fa a causa di una terribile malattia. Dopo ben cinque anni passati nel Campionato CSI Lombardo e dopo aver scalato e dominato in tutte le categorie a partire dalla Serie D, fino ad arrivare all’Eccellenza, la Tazza, almeno sulla carta, è arrivata al capolinea. Una scelta difficile, ma sensata, perché per un gruppo unito, diventato una vera e propria famiglia, vedere indossare quella maglia ad altre persone, magari più giovani, sarebbe stato un colpo troppo duro da digerire. La Tazza non era solo divertimento, era qualcosa di molto più importante e profondo. Per questi cinque lunghi anni, il ricordo ed il legame che univa il gruppo a Marco, è stato un punto di forza per i ragazzi guidati dal mister Emanuele Tapella e non tutti avrebbero capito la reale importanza che univa questi giocatori. E così siamo arrivati a settembre ed è inevitabile che a tutti noi, protagonisti di questi anni, qualcosa manchi. In questo periodo c’era la ripresa degli allenamenti: si correva, si sudava e si lottava, tutti insieme per arrivare sempre più in alto, perché è questo che Marco Tanzini (il 'Tazza' appunto, come lo conoscevano tutti) ci ha insegnato, lottare! Il primo anno senza la Tazza United parte da qui, dai mesi che avrebbero preceduto l’inizio del campionato. Un mix di ricordi e nostalgia accompagnerà questa stagione, consapevoli che qualcosa dentro di noi mancherà. Come dimenticare le corse e le battaglie del nostro capitano Daniele Francone, i tanti gol di Alberto Carnago, la grinta di Davide Marchesi, ancora le reti spettacolari di Marco Toretta oppure i rimproveri, i consigli ed i sacrifici del nostro allenatore, fino ai tifosi che ogni sabato pomeriggio ci sostenevano. Come dimenticare il caffè che precedeva la partita e le bevute al bar nel post gara. Come dimenticare questo gruppo sensazionale che, anno dopo anno, ha costruito qualcosa di irripetibile ed unico per questo paese. Forse è vero che tutte le cose belle hanno un inizio ed una fine, ma state tranquilli nessuno muore realmente se continua a vivere nei ricordi di chi gli ha voluto bene. È stato e sarà così per Marco e lo sarà anche per la Tazza. Perché il legame ed i ricordi saranno più forti di una semplice partita di calcio.

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