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Attualità, Post Scriptum, Sociale

Un dono chiamato Francesco

La lettera di Papa Benedetto XVI in cui evidenzia la continuità teologica di Francesco è la definitiva conferma della rivoluzione di Bergoglio.

(VIDEO) Da nome sconosciuto ai più ad autorità religiosa e politica universalmente riconosciuta. Si celebrano oggi i primi cinque anni di pontificato di Papa Francesco. E vengono sanciti con una lettera, resa pubblica ieri, del Papa emerito Benedetto XVI che contesta lo "stolto pregiudizio per cui papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica, mentre io - aggiunge Ratzinger - sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe capito della vita concreta di un cristiano di oggi". Un cenno - quest'ultimo - con il quale il pontefice tedesco sembra rivendicare una considerazione diversa anche per il magistero e l'opera che lui ha portato avanti negli 8 anni trascorsi sul soglio di Pietro. E infatti nella lettera viene ribadita "una continuità interiore" tra i due pontificati "pur con tutte le differenze di stile e di temperamento".
E Papa Francesco davvero ha rivoluzionato la Chiesa moderna, soprattutto verso i non credenti ed i credenti non praticanti. La sua dottrina da 'parroco', la sua semplicità, la sua spontaneità nel dialogare e rispondere alle provocazioni ha zittito molte critiche semplicistiche verso la Chiesa. Gli stessi 'mal di pancia' di molti parroci ed organi ecclesiali, segnala la profonda forza spirituale che Papa Bergoglio ha voluto sottolineare: dall'apertura ai divorziati al mancato giudizio sull'omosessualità ("Chi sono io per giudicarli?" ha più volte ripertuto), dalla rivalutazione del ruolo della donna alle battaglie forti e ancorate per la pace e per l'accoglienza degli immigrati e degli ultimi. Il Papa che di notte scendi in strada ad aiutare i senzatetto e che viaggia in utilitaria (è andato fino a Gubbio in incognito), il Papa della gente (basti pensare all'oltre un milioni di fedeli un anno fa a Milano), Il Papa della povertà ("le messe non vanno pagate e i sacramenti vanno officiati a tutti") ed il Papa del 'perdono'. Il grande 'Giubileo della Misericordia' è stata un'occasione di riappacificarsi con Dio per milioni di persone, non solo a Roma, ma in tutto il Mondo, nelle migliaia di 'Porte Sante' per la prima volte aperte.
E chiudiamo con le sue prime parole, quando il mondo imparò a conoscere chi era Papa Bergolio, Francesco (come il poverello di Assisi), il primo della storia: "Incominciamo questo cammino, Vescovo e popolo, questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità a tutte le chiese. Un cammino di fratellanza, di amore e di fiducia tra noi. Preghiamo sempre per noi, l'uno per l'altro, preghiamo per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza".

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