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Storie, Arconate

'Il diario del nonno'

In ricordo di Giuseppe Ortelli. Un arconatese nei campi di sterminio, l'iniziativa promossa e organizzata da 'Angeli Scalzi, Cultura e Vita'. Emozioni e ricordi.

"Non piangere perché io sono vissuto due volte”. Con queste parole pronunciate alla amata moglie Fiora, cariche di sofferenza ma anche di riconoscenza alla vita, se ne è andato nel 2016 l’arconatese Giuseppe Ortelli, classe 1924, deportato nei campi di lavoro nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. La sua storia è stata oggi pubblicata in un libro ‘Il diario del nonno’ a cura del Circolo culturale arconatese ‘Angeli Scalzi-Cultura e Vita’ presieduto da Marinella Restelli, con la collaborazione di Elena Colombo ed Elena Di Caro e presentato lo scorso venerdi 26 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria, nella sala riunioni del Centro Anziani Pensionati di Arconate. Giuseppe Ortelli, figura di grande spicco ad Arconate anche come Presidente dell’Associazione Combattenti e Reduci, racconta in questo libretto delicato e poetico, ma a tratti assolutamente crudo e realistico, tanto da ricordare ‘Se questo è un uomo’ di Primo Levi, la sua storia di bambino arconatese da quando a 4 anni già aiutava nel lavoro dei campi, fino a quando fu catapultato, a 18 anni, nella Seconda Guerra Mondiale e nei campi di lavoro nazisti, dopo l’8 settembre 1943. Alla serata ha partecipato Giuseppe Valota, presidente della sezione di Sesto San Giovanni-Monza dell’A.N.E.D. (Associazione Nazionale ex Deportati nei campi nazisti), che analizzerà, da esperto ricercatore qual è il contesto storico di quegli anni. L’incontro è stata anche l’occasione per assistere alla proiezione di spezzoni del video ‘Neve diventeremo’ realizzato dal Gruppo ‘7grani’ che riporta interessanti e commoventi immagini e brani musicali legati a quel sofferto periodo. Un lavoro grazie al quale il Gruppo di Bizzarone, in provincia di Como, composto dai fratelli Settegrani Flavio, Mauro e Fabrizio, ha anche ricevuto nel 2012 il riconoscimento dell’ex Presidente Napolitano. Una vera ‘tranche de vie’ quella raccontata da nonno Ortelli, che il Circolo ‘Angeli Scalzi’ ha deciso di dedicare in modo particolare ai ragazzi delle scuole arconatesi. “Abbiamo pensato che fosse un modo delicato e commovente per far capire a tutti i ‘nipotini’ di Giuseppe Ortelli e di chi come lui ha tanto sofferto nei campi di sterminio, spesso non riuscendo nemmeno a tornare a casa, che gli orrori della guerra non hanno nazionalità, confine e momento storico – afferma Marinella Restelli - e che la stessa sorte del popolo ebraico è stata riservata anche a migliaia di italiani, che nei campi di lavoro hanno patito la stessa tragica e assurda condizione di tanti altri deportati”.

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