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Il bastian contrario

'Xmas cut'...

Un Natale senza tasse in USA. L'aveva promesso il presidente Donald Trump ed è riuscito ad ottenere la maggioranza per far approvare il più grande 'tax cut' della storia.

"Celebreremo un meraviglioso Natale e lo faremo festeggiando un grande e fantastico taglio delle tasse”. L’aveva promesso Donald (Trump ndr) e, da uomo di parola quale si sta dimostrando, concretizzando ogni minimo punto del suo programma elettorale, è riuscito ad ottenere la maggioranza per fare approvare il più grande ‘tax cut’ della storia di un Paese. “Lo vogliamo, per prenderci cura dei nostri lavoratori, per proteggere la nostra comunità e per ricostruire il nostro grande Paese. È la nostra opportunità per liberare l’economia dal terribile giogo della tassazione, aprendo un nuovo futuro di opportunità e crescita.” La riforma prevede un taglio delle imposte sui profitti aziendali dal 35% al 20% (pensate solo che l’Italia, maglia nera, è intorno al 48%), una riduzione delle aliquote individuali federali da sette a tre, fissate al 12%, 25% e 35% in relazione al reddito, un incremento delle detrazioni fiscali per famiglie con figli a carico, una no tax area per redditi inferiori ai 24.000$ annui e un’introduzione di uno scudo fiscale per favorire il rimpatrio di capitali e imprese delocalizzate. Citare tutte le misure più importanti previste, senza dimenticarne, è forse il modo migliore per combattere la mania europea di alterare preventivamente il giudizio su una legge, per il solo motivo che arriva da Trump. Ma questa volta non basta e non basterà. Non funzionerà lo spostare l’attenzione circa il fatto che la riforma potrebbe causare una crescita del debito pubblico USA fino a 5.000 miliardi, a fronte di una previsione di massimo 1.500 e che comunque nessuno ha i mezzi per prevedere. E non funzionerà nemmeno urlare sorpresi che Gerusalemme è riconosciuta (quasi fosse una novità) dagli USA come capitale d’Israele. Con Wall Street che brucia record su record e il prospetto di crescita del 4% non funzionerà. L’unica cosa da fare, forse, più che parlare, sarebbe quella di prendere esempio da quel sessista d’oltreoceano, che sarà pure un maleducato col parrucchino, come ormai una certa stampa, orfana di Hillary, ha deciso di far credere, ma che sa come portare il pane sulla tavola dei suoi cittadini. Congratulations, Donald!

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