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Sport, Storie, Castano Primo

Più forte di tutto: Ricky è cintura nera

Riccardo, giovane atleta del Japan Karate Shotokan di Castano Primo, affetto dalla sindrome di down, ha superato nei giorni scorsi l'esame per diventare cintura nera.

Il sogno è diventato realtà. “Tu chiamale se vuoi... emozioni”, cantava il grande Lucio Battisti, beh, alla fine, di emozioni Ricky ne ha provate davvero tante. Quando la forza di volontà, la grinta e l’impegno sono più forte di tutto e di tutti, anche se di fronte ti sembra di avere ostacoli insormontabili e difficili da superare; anche se quell’ostacolo si chiama sindrome di down. “Vai Riccardo”: la voce, allora, si è levata forte e chiara , l’altro giorno, prima a Busto Arsizio e poi nella palestra di via Giolitti a Castano Primo, perchè il giovane atleta del Japan Karate Shotokan è oggi una nuova cintura nera. “Ricky è stato straordinario - racconta il maestro Maurizio Croci - Un traguardo eccezionale, che lo ripaga del lavoro svolto fin dal primo giorno che è arrivato da noi”. Il 28enne castanese, come detto, è affetto dalla sindrome di down, ma questo non gli ha impedito di crescere anno dopo anno, anzi... “Come JKS abbiamo una parte di attività dedicata appunto ai ragazzi con disabilità (‘Il Fiore che ride’, così si chiama) e Riccardo ha cominciato proprio qui - continua - Più passava il tempo, però, più si notavano in lui delle importanti qualità e, pertanto, si è deciso di fargli provare l’esperienza di seguire le normali lezioni di karate”. Un percorso fatto di piccoli tasselli messi assieme un po’ alla volta, di step che si sono susseguiti uno dopo l’altro, fino ai giorni scorsi, al momento dell’esame per ottenere la cintura nera. “Ricky era felicissimo - affermano dalla storica società di Castano - Era un sogno, il suo sogno (poter partecipare ad un simile appuntamento) e si stava avverando. Da parte nostra, invece, l’emozione era immensa. Qualcosa che è difficile da descrivere a parole: il momento di salire sul tatami, la prova vera e propria (ha svolto il programma completo come qualsiasi altro atleta non disabile) e, infine, il raggiungimento della cintura nera. Alla fine, ha fatto tutto molto bene: non era facile; non è come per gli altri karateki; anche solo muovere un braccio o una gamba, la coordinazione e mantenere l’attenzione per molte persone affette dalla sindrome di down sono un sforzo immenso; Riccardo, invece, è stato fantastico, ha compiuto tutti i passaggi ‘alla grande’. Siamo felicissimi per lui, se lo meritava, per l’impegno che ha sempre messo in campo durante la preparazione e gli allenamenti”. “In ultimo - conclude Croci - permettetemi un ringraziamento ad uno dei nostri atleti (Federico Briatico) che ha affiancato Ricky durante la fase dedicata al combattimento. Era lì anche lui per svolgere il suo esame di nera (a livello agonistico) e quando gli ho chiesto se se la sentiva di stargli accanto mi ha subito risposto di sì. Grazie di cuore, anche la sua presenza è stata una marcia in più per Riccardo ed è stata fondamentale per centrare lo straordinario obiettivo”.

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