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Turbigo

"Impossibile mettere parapetti"

"Le strade alzaie devono infatti primariamente consentire il lavoro di manutenzione e di servizio, oltre che il passaggio dei mezzi consortili impegnati in tali attività".

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO - “A fronte della richieste – intensificatesi dopo il gravissimo incidente mortale occorso a Turbigo lo scorso 27 ottobre – di dotare le strade alzaie di barriere, è necessario ribadire l’impossibilità oggettiva di applicare parapetti lungo l’intero reticolo, considerata la sua lunghezza complessiva di oltre 4.000 chilometri, di cui oltre 230 di canali principali” questo il commento del presidente del Consorzio Est Ticino Villoresi Alessandro Folli, che non nasconde il profondo dispiacere per la tragedia che si è consumata qualche giorno fa a Turbigo. “Rispetto il dolore della famiglia del piccolo Yousaf (il bimbo di origini pachistane annegato con la bici nelle acque del Naviglio Grande) per la tragedia che sta vivendo ma in questi giorni ho sentito e letto molte opinioni che disegnano un quadro poco obiettivo della vicenda” continua Folli. “Nonostante lo sviluppo degli utilizzi non irrigui, connessi con una fruizione del reticolo a fini turistico-ricreativi – che fa sì che le strade alzaie siano sempre più al centro di frequentazione da parte di pedoni e ciclisti – questi passaggi nascono infatti con una differente finalità, strumentale alla gestione dei canali: le strade alzaie devono infatti primariamente consentire il lavoro di manutenzione e di servizio, oltre che il passaggio dei mezzi consortili impegnati in tali attività” precisa il Presidente del Consorzio che gestisce e regola le acque, oltre che del Canale Villoresi, anche dell’intero Sistema Navigli. “Il Consorzio, quando ha potuto accedere a finanziamenti appositi – non è infatti plausibile caricare questi costi sul mondo agricolo – ha sempre attuato interventi migliorativi ai fini della sicurezza, realizzando opere prioritarie e continuando al contempo a confrontarsi con una serie di problematiche annose e spesso controverse, come la sistematica richiesta di dotazione di parapetti” osserva ancora Folli, che ricorda anche come la posa di barriere protettive – quasi del tutto assenti nel resto d’Europa – da concordare con le Soprintendenze, comporti aggravi nelle operazioni di mantenimento e pulizia e, oltre a costituire costante oggetto di atti vandalici, non sia sempre possibile considerata la larghezza media delle strade alzaia. Folli sottolinea altresì l’importanza di accedere alle alzaie in modo responsabile, nel rispetto delle regole e delle altrui esigenze: “Il Regolamento consortile di gestione della polizia idraulica prevede un’intera sezione, il Titolo secondo, dedicato ai transiti su alzaie e banchine gestite direttamente dal Consorzio, in modo da disciplinarne l’accesso e il passaggio. Conoscere l’insieme di regole raccolte nel suddetto Regolamento è fondamentale per poter transitare sulle alzaie in completa sicurezza e senza recare intralcio al lavoro del Consorzio. Proprio su questo fronte di diffusione di informazioni puntuali sulla sicurezza intende piuttosto concentrarsi l’impegno del Consorzio, che si propone nel prossimo futuro di ideare e attuare in modo incisivo, anche attraverso campagne informative, forme di conoscenza qualificate in merito”. Tornando al caso specifico di Turbigo, il tratto di Naviglio Grande, interessato dall’incidente dello scorso 27 ottobre, risulta in concessione al Comune; numerosi sono infatti i tratti di strada alzaia presi in concessione da parte di Enti locali e altri soggetti quali Province, Città Metropolitane, Comuni e a volte Parchi, al fine di renderli fruibili dalla cittadinanza. (FOTO ELIUZ PHOTOGRAPHY)

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