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Il terzo tempo

Il Cavalier... parlante

Silvio Berlusconi è tornato, ancora una volta, a puntualizzare sul Milan, sugli allenatori e su alcune scelte attuali. Ma era proprio necessario in questo momento?

Ben venga la storia. Ben vengano i numeri. Ben vengano i grandi, grandissimi risultati. Nulla da ridire, anzi ‘chapeau’ ad un presidente che ha segnato un’epoca e che ha scritto pagine e pagine gloriose del nostro calcio. Ma se decidi di farti da parte, allora non può essere a intermittenza. Sì, certo lo conosciamo tutti Silvio Berlusconi; sappiamo l’amore incondizionato che ha sempre avuto e che continuerà ad avere per i coloro rossoneri, per il Milan, il ‘suo’ Milan; il numero uno che per anni ed anni è stato al timone, la figura carismatica, colui che non si è mai tirato indietro tanto in investimenti monetari quanto in consigli, battute, rimproveri a questo o quell’allenatore (soprattutto), in altri casi pure ai giocatori, però… Già, c’è un però, perché stavolta forse le ultime dichiarazioni (rilasciate al Corriere della Sera) l’ex presidente avrebbe potuto risparmiarsele. A che cosa sono servite? Che senso ha avuto attaccare oggi l’attuale mister Vincenzo Montella? (il passato è passato, siamo nel presente guardando al futuro) “Volevo che sulla panchina restasse Brocchi. Ma ero in un letto d’ospedale e mi dissero Montella […]. Non mi piace come sta facendo giocare la squadra. Spiegatemi come possono finire spesso in panchina Suso e Bonaventura, che sono poi i due calciatori tecnicamente più dotati. E come si può fare sempre il solito gioco sulle fasce, per il solito cross in area. Mah… Per andare in rete andrebbero, invece, sfruttate le qualità dei due, cercando le linee di passaggio interne”. O ancora, cosa ha significato puntualizzare sulla campagna acquisti (ok, molti giocatori non stanno rendendo per quanto ci si aspettava e per quello che sono stati pagati, però ora raccontarli come dei veri e propri bidoni – almeno per alcuni – mi sembra onestamente troppo eccessivo): “Vorrei almeno che la squadra andasse bene. E’ questo il mio rammarico, il mio dispiacere […]. Non ho capito la campagna acquisti. Non si era mai visto in una formazione il cambio di 11 calciatori. Con tutti quei soldi, non si poteva acquistare un top player?”. Fino a Leonardo Bonucci, appunto uno, o meglio ‘il colpo’ dell’ultimo mercato estivo, nonché l’attuale capitano rossonero: “E’ stata data la fascia ad un calciatore che è stato per anni la bandiera della Juventus. C’è Montolivo. La fascia andava affidata a lui”. Come è nel suo stile, insomma, Berlusconi non si è risparmiato e, in modo particolare, non ha risparmiato niente e nessuno, ma lo ripetiamo: era proprio necessario, in un momento già complicato per il suo Milan, che tanto professa di amare, uscirsene con queste dichiarazioni?

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