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Magenta

Ex Saffa: Museo del fiammifero

Un’area adibita a museo del fiammifero e della tecnologia per la ‘conservazione del fuoco’, in cui sarà esposta la Collezione Saffa: 615 macchinari e oggetti d’epoca.

Un futuro che trae origine dal passato. Una storia che diverrà realtà in una sede storica da cui vuole rinascere. Ecco allora che vicino a Magenta verrà a crearsi un’area adibita a museo del fiammifero e della tecnologia per la ‘conservazione del fuoco’, in cui sarà esposta la Collezione Saffa: 615 macchinari e oggetti d’epoca, tra cui centinaia di antiche scatolette di cerini. E ancora, un laboratorio con attività interattive sul riciclo e il consumo delle risorse. Il Museo della Scienza e della Tecnologia apre per la prima volta nella sua storia una sede distaccata fuori Milano. E lo farà a Magenta, nella frazione di Pontenuovo. Sede del nuovo spazio culturale, chiamato ‘Recuperami’, sarà l’area dove fino al 2001 operava la Saffa, fabbrica di fiammiferi che, in 130 anni di storia, arrivò a esportare i cerini in ventitré nazioni. L’area dismessa di 300 mila metri quadrati è al centro del protocollo d’intesa presentato martedì sera, a Magenta. Grazie agli accordi con la proprietà (il gruppo RedIm), i finanziatori, ovvero il Gruppo Guerra e Civitas Vitae, il Museo della Scienza e la Società Umanitaria, l’ex Saffa si prepara a diventare «un’infrastruttura di coesione sociale» spiega il sindaco Marco Invernizzi. Vi sorgerà una cittadella integrata, simile a quella che Civitas Vitae ha già realizzato a Padova. Un complesso per anziani non autosufficienti aperto al territorio, dove anziani e giovani si incontrano e collaborano nelle strutture comuni: il palazzetto dello sport omologato per disabili, il «Talentlab» per studi e start up, la pista didattica di educazione stradale. Un intervento che prevede un investimento tra i 60 e gli 80 milioni di euro e porterà anche al restauro di immobili storici: la ex dogana austroungarica, un edificio progettato da Gio Ponti (che lavorò per la Saffa), un teatro e la casa e la chiesa in cui visse e operò santa Gianna Molla, la pediatra di Magenta moglie del direttore della fabbrica, Pietro Molla.

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