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Legnano

Legnarello: il Palio é 'tittia' tuo

Giovanni Azteni, detto tittia, consegna, in un tripudio di bandiere e foulard giallo rossi, il Palio di Legnano alla contrada Legnarello, che fa undici nella sua storia.

Giovanni Azteni, detto tittia, consegna, in un tripudio di bandiere e foulard giallo rossi, l'ottantunesimo palio di Legnano alla contrada Legnarello, che fa undici nella sua storia. E così si smentisce, neanche a farlo apposta, la sempre taciuta, ma mai negata voce, secondo la quale chi vince la provaccia non vince poi la corsa della domenica. E invece Azteni compie il miracolo sportivo e fa segnare il double (palio e provaccia) per Legnarello. Il tutto in una giornata di sole, guarda caso proprio il simbolo della contrada, veramente caldo, che tiene compagnia ai tantissimi del "Mari" e rende possibile, cosi come auspicava Oldrini, gran maestro del collegio dei Capitani, lo spettacolo, fiore all'occhiello della città di Alberto da Giussano. Dalle 15 il corteo medievale e il carroccio sfila per le vie della città, giungendo attorno alle ore 16 presso l'impianto sportivo. Dopo la tradizionale cerimonia, ecco che cala il silenzio e comincia, per i contradaioli, il momento atteso per tutto l'anno: le estrazioni e le corse. La prima batteria mette a confronto S.Martino, S.Erasmo, S.Ambrogio e S.Magno, rigorosamente in ordine di arrivo e mette subito in risalto le qualità del cavallo di S.Martino, che mostra i muscoli e compie una vigorosa rimonta, acciuffando il primo posto della corsa. La seconda batteria è piú veloce (solo due partenze false) e vede trionfare Legnarello, seguito da S.Domenico, La Flora e S.Bernardino. Dunque la finale vede protagoniste le prime due contrade di ogni batteria. Sono già le 20, il sole inizia a calare, ma non la voce dei tifosi, che continuano, anche nei momenti di pausa, a scambiarsi cori e a incitare il proprio fantino. Poi d'improvviso eccoli, accolti da un boato, fanno il loro ingresso in campo i cavalli finalisti e il silenzio torna sovrano. Il mossiere, Massimiliano Narduzzi, chiama in ordine di partenza i cavalli al canape e i fantini danno il via al gioco delle tattiche più estenuanti, per stancare questo o quell'avversario. Sono ben 10 le partenze false, a causa di disturbi reciproci tra S.Domenico, S.Erasmo e S.Martino con Legnarello che rimane in disparte. Passano le 21 e ancora non c'e ombra di ammonizioni da parte del mossiere, nonostante tutto lo stadio le chieda a gran voce. Ad un certo punto però, il canape cade, la mossa è valida e i cavalli infiammano l'anello di pista del "Mari". Vince Legnarello, partito davanti e rimastoci fino alla fine, lasciando alle loro dispute interne le altre contrade, che piu che vincere, forse, hanno pensato a non far vincere l'altro. Trionfa, probabilmente, il cavallo meno stanco (a detta di tutti, il migliore era quello di S.Martino) ma anche il fantino più furbo, che ha saputo attendere e colpire al momento giusto, quello della partenza. Fulminante. La festa dei contradaioli si è subito riversata sul terreno e ha ricoperto di baci e abbracci cavallo e fantino. La croce del Palio è giallorossa e la cerimonia ufficiale della traslazione sarà venerdi 2 giugno, ma nel frattempo, siamo sicuri, i festeggiamenti non avranno tregua.

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