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Attualità, Sport

Coppi: campione di ieri e di oggi

Il 2 gennaio 1960 la fine di un'eroe del novecento

Sono passati 50 anni. Cinquanta lunghissimi anni, eppure il tempo sembra essersi fermato a quel 2 gennaio 1960 quando, a soli 41 anni, si spegneva, per sempre, Fausto Coppi. Fausto era, è e sarà, l'esempio del ciclismo e, in particolare, dello sport del nostro Paese. Campione, con la 'C' maiuscola, è stato uno degli eroi del novecento. Coppi è l'Italia del secondo dopoguerra, un atleta capace di far sognare, di vincere quando, forse, sembrava battuto, e di raccogliere ai traguardi, folle immense di appassionati e tifosi. E' per tutti lo sportivo che ce l'ha fatta! Con quell'impegno e quella devozione che pochi hanno avuto e hanno, oggi. Nato povero, cresciuto povero si è costruito, riuscendo a diventare quello che è e rimarrà sempre, con il lavoro e la costanza. Con l'impegno quotidiano ed il sacrificio. Ed è anche per questo, per queste sue straordinarie doti e qualità, non solo quando era in sella ad una bicicletta, ma in ogni istante della vita di tutti i giorni, che, anche nel 2010, iniziato da poco, sono in tanti a ricordarlo con estremo affetto e stima, portandolo nel loro cuore. "Ciao uomo solo al comando... Ciao Fausto, sarai, per sempre, con noi!"
LA STORIA DI UN CAMPIONE DI IERI E DI OGGI...
Nato a Castellania, il 15 settembre 1919, Fausto Coppi, nella sua carriera da professionista, ha al suo attivo 154 vittorie (compresi i circuiti). Tra i trionfi più prestigiosi e importanti si ricordano 5 Giri d'Italia (1940, 1947, 1949, 1952 e 1953), 2 Tour de France (1949, 1952), con 22 tappe vinte al Giro e 9 al Tour. Inoltre è stato il primo corridore ha riuscire a centrare, nello stesso anno, le due grandi corse a tappe. A queste si aggiungono, poi, i 5 Giri di Lombardia, 3 Sanremo, la Roubaix, la Freccia Vallone e 4 Tricolori. Nel 1953 ha trionfato, per distacco, al Mondiale su strada di Lugano, mentre il 7 novembre 1942 ha conquistato il record dell'ora al Vigorelli di Milano, oltre ad essere stato 2 volte iridato su pista nell'inseguimento. Le sue squadre: Legnano, Bianchi, Carpano - Coppi e, quindi, ancora Bianchi. E' morto il 2 gennaio 1960 all'ospedale di Tortona, a causa di una forma di malaria contratta in Alto Volta, l'attuale Burkina Faso.

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