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Energia & Ambiente, Territorio

Boom per piante e fiori: +30%

Ma allerta su rischio gelate notturne.

Caldo, boom per piante e fiori: fino al 30% in più di richieste ai vivai. E’ quanto emerge da una rilevazione di Coldiretti Lombardia fra gli operatori del settore. Ma nonostante temperature superiori di un grado e mezzo rispetto alla media del periodo, con massime anche di 20 gradi nelle ore più calde – spiega Coldiretti Lombardia – all’inizio della primavera bisogna sempre fare i conti con il pericolo di gelate notturne improvvise. “Il caldo record di quest’inverno potrebbe essere solo un’illusione e il freddo tornare all’improvviso, come a volte è capitato negli ultimi anni - conferma Fabiano Oldani, florovivaista di Lodi - Se questa anomalia meteorologica si verificasse, chi ha già piantato peperoni e pomodori, ad esempio, rischia di restare deluso dall’andamento del raccolto”.
Anche perché – spiega la Coldiretti Lombardia – insieme al caldo anticipato e prolungato a livello regionale c’è stato un forte caldo delle piogge: -21,6% nella prima decade di marzo con picchi negativi del -93% a febbraio. “Con questa situazione meteo - spiega Marcello Doniselli, titolare dell’azienda Vivai Progetto Verde di Bollate (Milano) – la vendita di piante e fiori è iniziata con largo anticipo - tra febbraio-marzo abbiamo avuto un incremento delle vendite di almeno il 30% rispetto agli ultimi anni. Il rischio però è che la fretta sia cattiva consigliera: un paio di gelate fuori stagione possono vanificare molti sforzi”.
Intanto l’Italia - sottolinea la Coldiretti - si è inaspettatamente coperta di fiori che sono comparsi nello spazio di pochi giorni dai giardini fino ai campi. Primule, viole e margherite ricoprono i prati mentre nelle campagne - precisa la Coldiretti - sono fioriti mandorli, albicocchi, peschi e tutte le piante da frutto si sono “risvegliate”. Alla bellezza del paesaggio si contrappone però una preoccupante mancanza di acqua perché la pioggia e le nevicate invernali - spiega la Coldiretti - sono determinanti per ricostruire le riserve idriche necessarie alle piante alla ripresa vegetativa primaverile per crescere e garantire i raccolti.
La situazione di difficoltà in cui versa il Paese è evidente dalla situazione dei principali bacini idrografici del Paese a partire dal fiume Po che fa segnare lo stesso livello idrometrico della scorsa estate ed inferiore di oltre un metro rispetto allo stesso periodo del 2016, al Ponte della Becca dove il livello e di appena -2,7 metri. Il risultato – continua la Coldiretti - è visibile nei principali bacini idrici dove, secondo l’ultimo monitoraggio della Coldiretti, lo stato di riempimento del lago Maggiore è al 51,5%, quello del Lago di Iseo al 22,1% quello del Lago di Como al 17,1% mentre più positiva è la situazione del Garda con il 79,2%.

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