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Sport, Storie

Black Panthers... l'unione fa squadra

A Milano c’è una società di calcio a 11 di giovani profughi e richiedenti asilo ospitati nei centri di accoglienza della città. L'abbiamo incontrata nei giorni scorsi.

Senegal, Costa d’Avorio, Gambia, Guinea, Ghana, Somalia, Yemen, Nigeria, Mali: sono solo alcune delle terre da dove arrivano. Le loro case, le loro famiglie, è lì che sono nati e cresciuti… il più grande ha 29 anni, i più giovani, invece, tra qualche mese taglieranno il traguardo della maggiore età. Storie molto differenti alle spalle, ma tutti oggi accomunati dallo stesso identico e triste destino (perché da quei luoghi purtroppo hanno dovuto fuggire; la guerra, la paura, la povertà e il terrore, via lontani alla ricerca di un presente e di un futuro migliore); e oggi unti anche sotto un unico nome: ‘Black Panthers Football Club’. Quando lo sport diventa occasione e opportunità di integrazione. Dall’Africa ai centri di accoglienza del nostro Paese e fino ai campi di calcio… Un anno fa esatto (era il 20 gennaio del 2016) iniziava a muovere i primi passi un progetto e un’iniziativa tanto ambiziosa quanto importante; un anno dopo quella realtà è sempre più consolidata e un vero e proprio punto di riferimento per Milano e per gran parte dell’area attorno. “Il progetto nasce dalla volontà e dall’impegno di diversi attori: gli attivisti per i diritti dei rifugiati, i ragazzi del centro sociale Lambretta e poi ovviamente i richiedenti asilo che erano sistemati prima in via Aldini e poi trasferiti alla caserma Montello (ma ce ne sono anche altri che provengono da altre strutture della città e dell’hinterland milanese). Sono questi ultimi i protagonisti principali, perché dodici mesi fa circa ci siamo chiesti che cosa si sarebbe potuto fare per integrarli nella nostra società. Serviva un’idea chiara e precisa, qualcosa di concreto”. E l’idea, alla fine, è stata appunto una squadra di calcio a 11, aperta a tutti e dove tutti possono stare insieme, giocando appunto a pallone. “Un passo alla volta la proposta (autogestita e autofinanziata) è diventata realtà – continuano – Siamo partiti davvero alla grande: in men che non si dica, infatti, si è riusciti a dare vita ad un gruppo di 28 tesserati e subito è arrivato pure il primo successo, con la vittoria di un torneo cittadino. Contemporaneamente, ci siamo iscritti al campionato UISP e stiamo disputando dunque la competizione. Tre volte alla settimana, inoltre, i ragazzi si ritrovano per gli allenamenti (provengono, come detto, per la maggior parte dal centro di accoglienza della caserma Montello, più altri che arrivano da diverse strutture presenti in città e nella zona; storie, un passato e età differenti: i più piccoli, ad esempio, hanno 17 anni e, poi, si va a salire fino ai 29. Molti di loro, inoltre, già giocavano a calcio nei Paesi di provenienza)”. Mentre nel weekend solitamente ci sono le partite vere e proprie”. Forza, allora, ‘Black Panthers FC’… si va in campo per un’altra sfida e per cercare di realizzare il gol più bello: quello dell’integrazione. (FOTO ELIUZ PHOTOGRAPHY)

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