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Attualità, Territorio

Dall'emergenza alla programmazione

La delicata questione dell'immigrazione è sempre più al centro dell'attenzione. Qual'è il presente e quale sarà, invece, il futuro? Aperto il confronto e il dibattito.

Qualcosa sta cambiando. Non nella disperazione dei volti di famiglie e bambini che vediamo costantemente bombardati in Siria e in molti altri Paesi, ma nei rapporti tra Stati europei e non solo. Mentre l’Europa è sempre più disunita per le lotte politiche interne, in questi giorni la Conferenza Generale dell’ONU ha richiamato a New York oltre 150 capi di stato per cercare di ragionare sul presente ed il futuro delle migrazioni dei popoli. Come spesso accade, purtroppo, non sarà da lì che cambieranno davvero le cose, ma dalle realtà locali, dalle sensibilità di tutti e dalla capacità e volontà di affrontare il problema. Questa estate, per esempio, è stato firmato il ‘patto dei Comuni per l’accoglienza dei profughi’ con diciannove ‘sì’ e tre ‘no’ (eccezion fatta per Turbigo, Parabiago e Nerviano). “Proprio martedì abbiamo avuto un nuovo incontro con il Prefetto - ci spiega il Sindaco di Inveruno Sara Bettinelli - al momento non vi sono grandi sviluppi, in quanto il Prefetto incontrerà anche gli altri sindaci delle zone omogenee per poi attendere aggiornamenti a livello Regionale e dal Viminale. Fin da subito noi ci siamo posti in modo costruttivo per non trovarci nell’emergenza ma per dare una progettualità coordinata per un problema che non possiamo ignorare”. Nell’accordo di zona, ufficializzato il 18 agosto, vi sono garanzie e tutele per tutti i soggetti coinvolti: quanti rifugitati verranno assegnati e dove alloggeranno (in totale ne sono previsti 300 e proprio grazie a questo protocollo non potranno assolutamente essere di più), la durata di tale iniziativa sarà di 2 anni, un aumento delle Forze dell’ordine per un monitoraggio e una verifica ancor più costante e mirata dell’intera zona, tutto verrà supervisionato dalla Cooperativa Intrecci e dalla Fondazione Padri Somaschi. “Al momento, tra ex scuola Medea di Legnano e numerose famiglie disponibili ad affittare gli appartamenti sfitti tramite le parrocchie abbiamo la copertura di circa 140 posti - spiega Sara Bettinelli - ovviamente è nostra speranza poter davvero coinvolgere i rifugiati in attività utili che diano loro dignità ma al tempo stesso li rendano attenti al territorio che li ospita”.

LA LETTERA DEL SINDACO DI MILANO, GIUSEPPE SALA

“In tema di immigrazione è tempo di prendere atto che le condizioni intorno a noi sono profondamente mutate. Non definiamola più emergenza, oggi siamo nel pieno di una dolorosa, costante problematica da gestire. Centinaia di migliaia di persone fuggono la guerra, la fame e la persecuzione. L’Unione Europea dimostra tutta la fragilità della sua politica, che sta rapidamente diventando impotenza. ‘Italia deve uscire dall’idea di essere una piattaforma di prima accoglienza. Il governo deve valutare se dare vita ad un unico soggetto che si occupi di immigrazione e accoglienza mettendo insieme i diversi tasselli del mosaico: il sistema Sprar, il rapporto con i Comuni, la circolazione di buone pratiche, l’uso di caserme e così via. Bisogna poi costruire un nuovo e reale sistema di integrazione. Si tratta di proporre un nuovo patto a chi arriva: noi faremo tutto quello che serve a darvi una mano, voi mostratevi disponibili da subito ad aiutarci dove serve, mettendovi a disposizione di programmi per conoscere le nostre leggi e la nostra lingua. Noi milanesi abbiamo nel lavoro e nella comprensione reciproca l’essenza più profonda del nostro stare insieme. Per questo a fine settembre avvieremo una sperimentazione per inserire centinaia di richiedenti asilo nelle attività di cura del territorio” Giuseppe Sala (Sindaco di Milano)

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