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Turbigo

In difficoltà nel Naviglio. Si tuffa

Ragazzino in difficoltà nel Naviglio, un giovane che passava in bicicletta entra in acqua e lo aiuta a raggiungere di nuovo la terra ferma. "L'ho visto e mi sono subito buttato".

Alla fine tutto è bene quel che finisce bene… per usare un vecchio detto, ma certo è che l’epilogo avrebbe potuto essere purtroppo differente. La prontezza di riflessi e l’intuito, infatti, e un ragazzo è stato salvato dalle acque del Naviglio. Era in difficoltà, la corrente che lo trascinava, faceva fatica a stare a galla quando un altro giovane che si trovava a passare di lì si è immediatamente reso conto di quanto stava accadendo e senza perdere tempo si è tuffato in acqua e l’ha aiutato a raggiungere di nuovo la terra ferma. Fortuna vuole, insomma, che c’era qualcuno nei paraggi... “Già – ci racconta proprio il giovane di Turbigo, Elia, che è entrato nel Naviglio per soccorrere quel ragazzino di nazionalità cinese – Tornavo da un giro in bicicletta assieme alla mia fidanzata quando arrivato appunto nel territorio turbighese ho visto una coppia con gli occhi rivolti verso il Naviglio. Era come se stessero seguendo qualcosa. Così, mi sono subito fermato per capire cosa fosse e ho notato un ragazzo che faceva fatica a stare a galla”. Non c’era tempo da perdere, allora. E di tempo non è ne ha perso, dunque, Elia. “Il primo pensiero dei presenti è stato che forse il giovane stava scherzando – continua – Comunque sono entrato ugualmente in acqua, avvicinandomi e riportandolo a riva. E’ stato un gesto istintivo, non puoi spiegarlo, dovevi farlo e basta, perché personalmente so cosa significa trovarsi in difficoltà e in pericolo e anche questa è stata la molla che mi ha spinto a tuffarmi. Non era uno scherzo, il ragazzino andava sott’acqua, ma fortunatamente è finito tutto bene. Penso che sia un gesto normale, non ho fatto nulla di eccezionale o straordinario, chiunque che si accorge di una persona in difficoltà dovrebbe per quanto possibile cercare di dare il proprio aiuto. Dobbiamo, infatti, ragionare se fossimo noi in pericolo, se ci trovassimo noi nella stessa situazione, la speranza sarebbe che qualcuno ci venga a soccorrere”.

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