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Sport, Cuggiono, Robecchetto

Addio a Yogi Berra: icona del baseball

E' morto Yogi Berra. Figlio di immigrati italiani, aveva 90 anni ed era nella Hall of Fame di baseball dal 1972. Da Malvaglio e Cuggiono: un campione e un esempio.

Il cappellino in testa, gli occhi e il volto pieni di emozione ed anche un pizzico di commozione (come è giusto che sia in simili occasioni), i saluti da una parte all’altra del mondo e gli applausi, fino alla consegna simbolica delle chiavi del Mandamento di Cuggiono e della cittadinanza onoraria insieme alla maglia della Nazionale Italiana di baseball con il mitico numero 8 e alla missiva del presidente della FIBS. L’ultima immagine di Yogi Berra qui da noi, in Italia, è forse tutta in quel collegamento in diretta video di qualche mese fa da appunto lo Yogi Berra Museum & Learning Center (YBMLC) di Montclair NY con la cittadina del nostro territorio. L’ultima immagine? Si, perché purtroppo oggi Yogi non c’è più. Volato via per sempre, lassù in cielo. Lui, un esempio ed uno dei simboli dello sport italiano nel mondo. Forza di volontà, carattere, impegno e dedizione, Yogi Berra aveva tutto ciò che serviva per essere considerato una leggenda. Anzi, era molto di più. Un esempio per le generazioni passate e per quello attuali, ma un esempio pure per chi verrà dopo e che siamo sicuri leggendo le sue gesta e le sue imprese ne trarrà spunto per provare chissà magari un giorno a diventare un campione con la “C” maiuscola. Sport e quotidianità, l’uno o l’altra, no Yogi era riuscito a mettere assieme entrambe, sempre e comunque. Classe 1925, 90 anni compiuti il 12 maggio scorso, Berra era nato a St. Louis. Al secolo Lawrence Peter Berra era figlio di Pietro e Paolina, originari di Malvaglio ed emigrati appunto nella città americana nel 1909. E’ qui, dunque, che il piccolo Yogi cresce e si forma, poi ecco l’ingresso ufficiale nel mondo dello sport, e precisamente del baseball con i New York Yankees. Sono anni straordinari e fantastici per lui, gare su gare, partite su partite, lo spettacolo che sapeva regalare in campo era unico, tanto che è stato il giocatore a vincere più World Series di tutti. Ma nella sua vita non c’è stato solo lo sport, o meglio lo sport c’entrava sempre, però in un altro modo. Come dimenticare, infatti, i suoi aforismi, entrati di diritto nella storia e che hanno portato successivamente alla creazione del celebre orso dei cartoni animati. Ricordi, testimonianze e aneddoti che sono stampati bene nella mente di tutti noi e che rimarranno con noi sempre e ovunque.

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