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Sociale

L'amore più grande

Da domenica 19 aprile, la Chiesa torinese si prepara ad accogliere due milioni di pellegrini che, fino al 24 giugno, si recheranno a Torino per l'Ostensione della Sacra Sindone, cinque anni dopo di quella avvenuta nel 2010 con la presenza di Benedetto XVI. Anche in questa occasione, legata al bicentenario di don Bosco, il Papa renderà omaggio al Sacro lino, infatti è confermata la presenza di Papa Francesco nei giorni 21 e 22 giugno.
Ma che cos'è che spinge uomini, donne, giovani, vecchi, malati e sofferenti e famiglie intere o gruppi organizzati ad accostarsi, alcuni per la prima volta, altri di ritorno in più volte, al mistero del Telo sacro? Un misterioso lenzuolo, da molti considerato come la più significativa delle reliquie come segno della Passione di Cristo. Sin dal suo apparire ha suscitato grandi emozioni per la straordinaria figura che è rappresentata e la maggior parte degli studi compiuti, pur non avendone chiarito la modalità di formazione, credono che non sia stata realizzata manualmente. Qualsiasi uomo di fronte ad essa si pone interrogativi.
È un lenzuolo di lino tessuto a spina di pesce, con le tecniche usate nel I d.C, di colore giallino, contenente la doppia immagine accostata per il capo, sul quale è visibile la figura di un uomo alto all’incirca 176 cm, con barba e capelli lunghi, muscoloso, visto di fronte e posteriormente.
L’immagine è un po’ tenue, ma quando la si guarda con più attenzione, specialmente con l’aiuto della fotografia, mostra chiaramente la figura di un uomo morto in seguito ad una serie di torture culminate con la crocifissione. Un'immagine che porta impressa la figura di un uomo giovane e che corrisponde in modo impressionante al racconto dettagliato dei Vangeli della passione e morte di Gesù.
I 120 segni di flagellazione; le ferite sul capo lasciate dalla corona di spine; le tracce di percosse al viso; le escoriazioni alle spalle dovute al 'peso' trasportato (il palo orizzontale della croce); le profonde lesioni al ginocchio sinistro provocate con le cadute; le ferite ai polsi e ai piedi, compatibili con l'infissione di un chiodo; le gambe non spezzate; la ferita dovuta a un colpo di lancia al costato, inferta dopo la morte, da dove ne è uscito sangue e acqua sono le manifestazioni più che evidenti di un uomo colpito e umiliato, vittima della violenza e dell'ingiustizia, che ha subito il terribile supplizio della crocifissione.
Un uomo che avuto una sepoltura individuale ed affrettata, deposto nel sudario dove vi è rimasto meno di trentasei ore perché non vi sono segni di putrefazione.
Il lenzuolo inoltre non possiede traccia di pigmento colorato o pittura, ma di sangue umano del gruppo AB, il meno comune: lo troviamo solo nel 5% degli individui. Sulle orbite si vedono le impronte di due monete coniate intorno al 30 d. C. Inoltre sulla Sindone sono state scoperte tracce di aloe e mirra e sono stati individuati dei granuli di polline che sono compatibili con piante che crescevano nel bacino del Mediterraneo e a Gerusalemme ai tempi di Gesù.
Fino ad oggi nessuno è riuscito a spiegare in che modo si sia formata questa immagine. Siamo davanti a un fatto misterioso.
La Sindone è stata collocata dentro una teca di avanzata tecnologia ma è molto difficile studiare un sistema ottimale di conservazione di un'immagine la cui origine è ignota. Essa non può essere lasciata sempre alla venerazione dei fedeli perché l'esposizione alla luce provoca l'ossidazione che fa scurire il tessuto, sbiadendo i contorni dell'immagine. Però in alcune occasioni, è importante permetterne l'Ostensione, altrimenti che senso avrebbe questo segno?
Per molti credenti si tratta del Lenzuolo citato nei Vangeli che servì per avvolgere il corpo di Gesù nel sepolcro. In effetti le probabilità che si tratti veramente di quel lenzuolo sono altissime. Il senso più spirituale che spinge i fedeli ad accostarsi alla Sindone è espresso dal motto dell'Ostensione 2015: 'L'amore più grande'. Infatti, come ricordato nella Lettera pastorale dell'Arcivescovo di Torino: 'Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici' (Giovanni, 15,13). Un messaggio d'amore che sarà diffuso a tutti i pellegrini, che vivranno questo evento come un'occasione in più alla riscoperta e alla verifica dei valori, il desiderio di rivedere o di migliorare la propria vita nell'incontro e nell'aiuto degli altri. Un posto privilegiato sarà riservato ai malati, con due luoghi attrezzati per l'accoglienza e il pernottamento, anche per partecipare alle celebrazioni dedicate a San Giovanni Bosco, il santo dei giovani e degli oratori, fondatore dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Chiunque volesse prenotare la visita alla Sindone, che è gratuita, può trovare tutte le informazioni sul sito www.sindone.org.
L'immagine di quell'uomo, vittima dell'odio di altri uomini, per moltissimi fedeli il Figlio di Dio, ancora ci interroga, muto e silenzioso, ma così vivo e presente, dal telo misterioso, testimone di un evento che ha cambiato un numero infinito di vite: la Risurrezione.

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