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Cronaca locale, Territorio, Meteo

Una nevicata... coi fiocchi!

Per chiunque abbia oggi più di trent'anni è impossibile aver dimenticato l'incredibile nevicata del 1985. E per i giovanissimi...vale la pena farsela raccontare!
Era esattamente il 13 gennaio di trenta cinque anni fa quando iniziò quella che all'apparenza sembrava una normale nevicata, come quelle che fino a qualche anno fa si verificavano anche in pianura e che negli ultimi tempi si stanno facendo sempre più rare.
Già in quella prima giornata la neve aveva causato i primi disagi al traffico, soprattutto per i ritardi dei pendolari che dovevano rientrare, mentre cresceva l'eccitazione, soprattutto nei bambini, per quei fiocchi che continuavano a scendere inesorabili e andavano via via ad intensificarsi.
Ed ecco lo spettacolo che era apparso a chi si era affacciato alle finestre al mattino dopo: un incantevole manto bianco ricopriva tutto, avvolgendo i nostri paesi in un'atmosfera magica. Con oltre trenta centimetri di neve il traffico era ormai bloccato mentre già dalle prime ore qualche spartineve cercava di rimediare in qualche modo alla neve che continuava a scendere senza smettere.
Più tardi, lungo le strade e nei cortili, le voci degli improvvisati spalatori, rimasti a casa dal lavoro, si mescolavano a quelle dei bambini impazienti di giocare a palle di neve, gioiosi per quell'inattesa vacanza, ad appena una settimana di ripresa degli impegni scolastici, dopo la fine delle vacanze natalizie.
Verso sera lo scenario andava a trasformarsi ancora di più, con la neve che continuava a cadere, per divenire nei giorni dopo qualcosa di surreale! Con un metro di neve caduta in tre giorni, il traffico era bloccato del tutto, anche quello dei mezzi pubblici, e chi osava avventurarsi a piedi per le vie avanzava a fatica tra 'muraglie' altissime, spiato dagli spiritosi occhietti dei numerosi pupazzi di neve disseminati qua e là nei giardini. Ma ciò che colpisce di più di quei giorni è il silenzio, quel meraviglioso silenzio che aveva reso ovattati i suoni quotidiani e che, nonostante il gelo, sembrava aver trasformato in più calde e allegre le voci umane.

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