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Salute, Turbigo

Il defibrillatore può salvare la vita

Il gruppo civico 'Uniti per una Turbigo da Vivere' ha pensato ad un progetto per dotare il paese di defibrillatori semiautomatici. Serve, però, l'aiuto ed il sostegno di tutti.

Il malore improvviso, il cuore che smette di battere e poi solo le lacrime, il dolore e la disperazione. “Che cosa avremmo potuto fare?”. “Saremmo riusciti a salvarlo se solo avessimo avuto a disposizione un defibrillatore?”. Alla fine, ogni secondo è prezioso e fondamentale quando ci si trova in simili situazioni. Lo sa bene Uniti per una Turbigo da Vivere. Così, oggi, il gruppo civico è tornato nuovamente in campo, per cercare di dotare il paese, appunto, di queste apparecchiature. “Dopo avere raccolto le informazioni necessarie, confrontandoci con realtà vicine che hanno già a loro disposizione tali sistemi, abbiamo elaborato un progetto a breve/medio termine per fornire Turbigo di una rete efficace di protezione – spiega Marco Cagelli – Serve però la collaborazione ed il sostegno di tutti; la cittadinanza dovrà sentirsi parte principale dell’iniziativa, perché il defibrillatore semiautomatico è un bene di ciascuno di noi, a disposizione dei singoli e della collettività”. Nello specifico, l’iniziativa prevede un primo step. “Sono stati individuati alcuni punti dove sarebbe necessario avere le apparecchiature – continua Cagelli – Più precisamente, le due palestre (delle scuole Elementari e Medie), il campo sportivo e, infine, l’ultima su uno dei mezzi della polizia locale. In totale ne dovrebbero essere acquistate 4, andando, poi, a formare i volontari”. Ma il progetto, come detto, è molto più ampio. “Da un incontro con un’associazione del territorio, abbiamo sviluppato ulteriormente l’idea – ribadiscono da Uniti per una Turbigo da Vivere – Innanzitutto c’è il discorso formazione che si vorrebbe ampliare al personale scolastico, a 3 rappresentanti delle associazioni ed alla protezione civile; quindi, se ci saranno le possibilità, comprare altri defibrillatori da sistemare in altre zone rilevanti del paese (ad esempio la colonia e la scuola dell’infanzia); fino alla messa in rete di questi sistemi, inclusi quelli presenti nella aziende, con comunicazione al servizio Areu della Regione Lombardia; ed al posizionamento dell’apposita cartellonistica per segnalare la presenza degli apparecchi ed alla realizzazione di opuscoli da distribuire alle famiglie con indicate le varie zone di Turbigo dove si trovano”. Per fare ciò, ovviamente, c’è bisogno della partecipazione attiva della gente, allora ecco che il gruppo ha già pensato ad una serie di momenti per coinvolgere il più possibile cittadini e realtà produttive. “Nelle prossime settimane organizzeremo una serata evento di raccolta fondi – conclude Cagelli – Contemporaneamente contatteremo, da una parte le associazioni, affinché sensibilizzino il proprio personale e per quanto possibile diano una mano per i costi di formazione, dall’altra le imprese presenti in paese per un sostegno sia dal punto di vista economico che di divulgazione dell’argomento tra i loro dipendenti. Siamo sicuri che la risposta dei turbighesi sarà ancora una volta significativa”.

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