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Castano Primo

La fiera "non s'ha da fare"

La proposta dell'associazione culturale 'Casa Group': un mini Expo, parallelo all'appuntamento di Milano. Ma, per ora, dal comune è arrivato parere negativo.

Per usare quella celebre e storica frase “Qui, la fiera non s’ha da fare”. O meglio, a determinate condizioni si può molto probabilmente tornare a ragionarci. Niente mini Expo, parallelo al più importante appuntamento di Milano, insomma nei padiglioni di via del Lavoro a Castano Primo. Perché la proposta, presentata pochi mesi fa dall’associazione culturale per la promozione del territorio “Casa Group”, sembra sia stata “bocciata”. Almeno per ora. “Siamo in attesa di conoscere le decisioni ultime dell’Amministrazione comunale castanese – commentano dalla stessa “Casa Group” – Resta, però, ormai poco tempo: le aziende e le istituzioni già contattate, giustamente, vogliono avere delle risposte. Speriamo che il buonsenso vinca sulla fredda burocrazia. La nostra disponibilità era ed è massima; se la giunta vorrà approfittare delle nostre capacità organizzative per realizzare una manifestazione che porti il nome di Castano agli occhi del mondo, noi siamo pronti a sederci ad un tavolo e valutare procedure e dettagli, esigenze e benefici, sicuri che si troverà un punto di incontro”. Ma tutto questo, ci tengono a precisare, rivedendo alcuni paletti. “Il comune ci chiede il pagamento degli oneri di urbanizzazione (77 euro a metro quadro, praticamente 1 milione di euro complessivi calcolando il totale dei metri quadri che andremmo ad utilizzare; ai quali vanno aggiunti i costi per l’adeguamento degli spazi adibiti a parcheggi, una rotatoria lungo la Provinciale ed il sostegno nell’assunzione temporanea di alcuni ausiliari del corpo di polizia locale. Chiaro è che così l’operazione non giustifica la spesa) – continuano dall’associazione – Se da una parte comprendiamo le leggi ed i regolamenti, le normative e le esigenze (tra cui, ad esempio, il fare cassa) da cui spesso sono dettate determinate richieste, dall’altra riteniamo che vi siano situazioni particolari che trovano logico andare in deroga ai propri stessi regolamenti se ciò si concretizza in un beneficio collettivo. E’ vero che delibere istituzionali spesso aumentano a dismisura il valore di immobili e terreni, determinandone il cambio di destinazione d’uso, ed è altrettanto giusto che anche le istituzioni ne beneficino, ma non è il nostro caso. La proprietà, infatti, non richiede il cambio di destinazione d’uso; la struttura, dopo il periodo di 6 mesi durante il quale servirà da polo fieristico, ritornerà nella sua attuale definizione. E nel caso la proprietà volesse in seguito chiedere il cambio di destinazione d’uso potrà farlo nel rispetto delle normative e pagando gli oneri previsti”. “Il parere negativo, oggi, nasce per l’inconsistenza di un progetto concreto e specifico a riguardo – afferma il sindaco, Giuseppe Pignatiello – Non è un “no” definitivo, ma è ovvio che con queste condizioni non è possibile fare una simile operazione. Siamo pronti a tornare a ragionarci, purché ci vengano fornite tutte le documentazioni dettagliate su modalità, tempistiche e azioni che intendono mettere in campo. In merito agli oneri di urbanizzazione, ci sono delle normative e dei regolamenti appositi in materia (si può, comunque, studiare eventuali possibilità)”.

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