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Storie, Robecchetto

La 'Reazione a catena' degli asterischi

Tre giovani di Robecchetto concorrenti al programma di Rai Uno 'Reazione a catena' condotto da Amadeus. "Un'esperienza unica- dicono Claudio, Luca e Andrea".

“Si, sono proprio loro. Ne sono sicuro!”. E in fondo con quel nome difficilmente ci si sarebbe potuti sbagliare. Claudio, Luca e Andrea… chiamateli gli “asterischi”, proprio come l’allora giornalino scolastico (“Asterisco”, appunto) con cui collaboravano ai tempi delle superiori all’istituto Torno di Castano Primo. Da Robecchetto con Induno al programma televisivo targato Rai Uno, “Reazione a Catena”, un sogno che diventa realtà. “E’ stata un’esperienza unica – dicono in coro i tre ragazzi – Già due anni fa avevamo compilato il modulo per partecipare, ma alla fine non eravamo stati contattati. Poi quest’anno ci abbiamo riprovato e pochi giorno dopo è arrivata la chiamata”. Il tempo, insomma, dei provini a Milano e via, direzione Napoli, per registrare le puntate. “Non ci credevamo – continuano Claudio Barnaba, Luca Tirloni e Andrea Fiorentini – L’arrivo, il furgone della produzione che viene a prenderti in aeroporto e il trasferimento negli studi. Ci hanno subito messo a nostro agio, dal conduttore Amadeus fino a tutto il gruppo di lavoro. Un po’ di emozione e tensione, ovviamente, è normale che ci sia, anche perché ci avevano detto che avremmo dovuto confrontarci con tre ragazze molto forti che erano lì ormai da diverse puntate. Invece ce l’abbiamo fatta, abbiamo vinto la prima serata (portandoci a casa 1500 euro in gettoni d’oro), per poi fermarci purtroppo alla seconda”. Alla fine, perché gli “asterischi”? Perché questo nome? “Inizialmente avevamo scelto gli “stonati” – spiegano i tre robecchettesi – Però, una volta arrivati in Rai, ci hanno spiegato che qualche giorno prima già altri concorrenti avevano scelto un nome simile e ci hanno chiesto di cambiarlo. Subito non abbiamo avuto dubbi su gli “asterischi”, come l’allora giornalino scolastico di quando andavamo alle superiori, con cui collaboravamo e che ci ha permesso di approfondire e accrescere la nostra amicizia”. E perché proprio il programma “Reazione a catena”? “Perché si può fare a squadre – concludono – Ci è piaciuto immediatamente. Giochi come appunto questo sono una delle nostre grandi passioni”.

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