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Cuggiono

Il 'Settecento' in ospedale

Dal Barocco al Neoclassico. Documenti, immagini e protagonisti. La mostra dell'Ecoistituto della Valle del Ticino nell'atrio del nosocomio cuggionese.

“Come dice l’assessore alla Salute, Mario Mantovani, la medicina non è solo scienza ma anche accoglienza. E noi sull’accoglienza abbiamo puntato da tanto tempo. Come da tanto tempo abbiamo desiderato che anche l’Ospedale di Cuggiono, al pari degli altri tre, fosse frequentato dai bambini. E qui ci auguriamo che i bambini e i ragazzi delle scuole vengano a riconoscere la loro storia e i volti che sanno ancora raccontarla”.
Così il Direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Legnano, dottoressa Carla Dotti, ha commentato tagliando il nastro dell’esposizione. Comprende diciassette pannelli e quattro dipinti settecenteschi, testimonianze del clima artistico e sociale cuggionese dalla seconda metà del Seicento ai primi decenni dell'Ottocento. L’allestimento è stato curato da Oreste Magni, presidente dell’Ecoistituto della Valle del Ticino, che illustra così le peculiarità della mostra. “Ci permetterà di scoprire la notevole vivacità di questo borgo, dove passano i migliori architetti, pittori e scultori del periodo, dove si realizza la più importante “villa di delizie" sul percorso del Naviglio (Villa Clerici di Castelletto di Cuggiono), dove operano anche pittori della scuola del Tiepolo, dove la comunità (una delle poche nell'Altomilanese) si oppone all'infeudazione voluta dagli spagnoli, dove intervengono architetti del calibro del Quadrio, del Pollack, dello Zanoja, del Canonica. Altri elementi stupefacenti per un borgo di un paio di migliaia di abitanti sono l'elevato numero di professionisti cuggionesi iscritti all'albo degli Ingegneri, Architetti e Agrimensori di Milano, il numero del tutto anomalo di chiese esistenti (sette), la realizzazione del primo ospedale dell'Ovest milanese. Nel periodo Neoclassico verrà poi realizzata l'imponente Villa Annoni col suo parco, il più esteso della Lombardia dopo quello di Monza. Questa piccola cittadina, era quindi allora qualcosa di particolare nel nostro contesto territoriale, anche grazie alla presenza di importanti famiglie nobili, a partire dai Clerici, la più ricca e potente famiglia vissuta ai tempi della dominazione spagnola. Non va inoltre dimenticata l'importanza dei collegamenti con Milano attraverso la via d'acqua del Naviglio Grande. L’assenza di una linea ferroviaria nell'Ottocento, accompagnata dall’imponente emigrazione in America (a cavallo tra Ottocento e Novecento) determineranno il declino della cittadina. Cuggiono perderà la funzione di “capoluogo di mandamento” nel 1927”. Per Magni la mostra è dunque l’occasione per riscoprire le nostre radici guardando al futuro. “In esposizione vi sono squarci di storia locale, intrecciati (e neppure marginalmente), con la “Grande Storia”. Ma non vuol essere un’operazione nostalgica. Il voler conoscere, pur con tutti i limiti del caso, il nostro passato, non è mai pura accademia. Oggi è quanto mai più che necessario quel surplus di attenzione e lucidità nel far tesoro di esperienze passate, surplus indispensabile per progettare un avvenire migliore”.

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