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Arconate, Bernate Ticino, Boffalora Ticino, Cuggiono, Inveruno

I falò della nostra tradizione contadina

(VIDEO) Normalmente la ricorrenza di Sant’Antonio Abate meglio si inserisce in un inverno rigido e freddo, non in un periodo di temperature miti come l’attuale. Fatto sta che, almeno la pioggerella della giornata, ben ha aiutato a celebrare una delle tradizioni contadine e popolari più note nei nostri paesi. Parliamo dei ‘Falò di Sant’Antonio’, una festa religiosa e laica allo stesso tempo, le cui origini si perdono nei racconti della vita di campagna. Ciò che però sicuramente più caratterizza questa ricorrenza è la semplicità con cui la si tramanda, senza essere intaccata dai ritmi o dalle tradizioni moderne. Ma chi è Sant’Antonio Abate? Antonio nacque a Coma in Egitto intorno al 251, figlio di agiati agricoltori cristiani. Rimasto orfano prima dei vent’anni, con un patrimonio da amministrare e una sorella minore cui badare, sentì ben presto di dover seguire l’esortazione evangelica “Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi e dallo ai poveri” (Mt 19,21). Condusse da solo una vita ritirata, dove i frutti del suo lavoro gli servivano per procurarsi il cibo e per fare carità. Tutti coloro che hanno a che fare con il fuoco vengono posti sotto la protezione di sant’Antonio, in onore del racconto che vedeva il santo addirittura recarsi all’inferno per contendere al demonio le anime dei peccatori. Sant’Antonio tuttavia è considerato anche il protettore degli animali domestici, tanto da essere solitamente raffigurato con accanto un maiale che reca al collo una campanella. Anche per questo, la sera di ogni 17 gennaio, in molti campi, oratori, piazze e giardini sono tornati ad accendersi i fuochi per rinnovare un culto antico ma ancora suggestivo, illuminando il cielo di Arconate, Boffalora, Castelletto, Inveruno e molti altri nostri comuni.

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