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Energia & Ambiente

La cometa 'Lovejoy'

C/2013 R1 Lovejoy, si chiama così la nuova cometa che in questo mese di dicembre attraverserà i nostri cieli. Il 22 passerà al parielio (la minima distanza dal sole).

Il cielo di dicembre sarà ‘orfano’ della cometa ISON che, ancor prima di raggiungere il punto di massimo avvicinamento al sole, il 28 novembre scorso si è disintegrata. Ad oggi alcuni piccoli resti del nucleo sembrano essere sopravvissuti e in allontanamento dal sole, ma se non finiranno di dissolversi nelle prossime settimane, saranno comunque impossibili da osservare nei nostri cieli. Però anche senza la ISON, un’altra cometa molto interessante solcherà i nostri cieli: si chiama C/2013 R1 Lovejoy, scoperta da pochi mesi (a settembre dall’australiano Terry Lovejoy) passerà al perielio, la minima distanza dal sole, il 22 dicembre a 123 milioni di chilometri dal nostro astro. La FOAM13, osservatorio astronomico di Tradate (in provincia di Varese), conduce campagne di osservazioni sulle comete da molti anni, insieme a studi su asteroidi, stelle variabili e pianeti extrasolari. Per le comete si analizza in particolar modo il posizionamento e l’evolversi dei getti di gas e polvere che fuoriescono dalla superficie del nucleo cometario; questi si creano con il riscaldamento per l’avvicinamento al nostro sole. Tale studio permette anche la determinazione del periodo di rotazione e dell’inclinazione dell’asse di rotazione del nucleo rispetto al suo piano orbitale. "Per questa particolare attività scientifica - spuega il professor Federico Manzini, responsabile delle Attività Scientifiche della FOAM13 e della stazione Astronomica di Sozzago (Novara) - abbiamo lavorato con l’università di Ginevra e col dottor Raoul Behrend, con INAF (l’Istituto Nazionale di Astrofisica Italiano) e con TNG, il più grande telescopio italiano (Telescopio Nazionale Galileo), tra i più importanti telescopi astronomici del mondo, situato a 2400 metri sulla cima del Roque de Los Muchachos all'isola di La Palma (Canarie)". "E’ importante studiare questi “piccoli corpi” (le dimensioni tipiche di un nucleo cometario possono variare da poche centinaia di metri fino a 20 - 40 chiometri di diametro), perché rappresentano il materiale più antico nella costruzione del nostro Sistema Solare che potrebbe pure essere considerato come materiale “intoccato” dal momento della nascita del Sistema Solare circa 5 miliardi di anni - continua Roberto Crippa, presidente della FOAM13 - Le prime osservazioni visuali della cometa C/2013 R1 Lovejoy sono cominciate intorno al 15 novembre e le prime riprese con i telescopi l'1 dicembre. Attualmente è visibile anche con un binocolo al mattino dalle 4 e fino all’alba". "Per ora stiamo lavorando con riprese effettuate con i telescopi Faulkes, alle Hawaii, e alla stazione Astronomica di Sozzago - conclude Federico Manzini - Nella notte fra il 3 e il 4 dicembre, in particolare, siamo riusciti a scoprire traccia di grandi getti in espansione e fuoriuscenti da un nucleo in rotazione nelle immagini; una sorta di “fontana” cometaria, accesa dalla grande vicinanza della Lovejoy al sole".

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