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Inchieste

Il parere dei Verdi su Malpensa

Un punto di vista differente sull'espansione dell'hub del varesotto

“Malpensa è un bellissimo aeroporto peccato che sia stato costruito nel posto sbagliato, nel pieno del Parco del Ticino, area classificata dall’Unesco come riserva naturale della Biosfera, e che le sue rotte, soprattutto quelle di decollo – le più rumorose e inquinanti - colpiscono una delle zone più densamente popolate della nostra Regione” dice Gianfredo Ruggiero, presidente del Circolo Culturale 'Excalibur' di Lonate Pozzolo. Malpensa e il suo futuro è argomento di attualità in queste settimane in cui si gioca il destino di Alitalia ma la posizione dei Verdi, rispetto allo scalo della brughiera, è sempre stata molto chiara: il territorio subisce Malpensa e non avrà quei vantaggi, sia in termini economici che occupazionali, previsti dall'ampliamento dell'aeroporto. “Malpensa ha portato sì lavoro – spiega Ruggiero - ma precario ed extracomunitario. Infatti le attività che impiegano il maggior numero di lavoratori quali catering, facchinaggio e pulizie, sono affidate a cooperative esterne che assumono prevalentemente extracomunitari, gli unici in grado di accettare condizioni di lavoro e retributive pressochè al limite dello sfruttamento. Va inoltre aggiunto l’aumento della criminalità indotta dal nuovo scalo. Da Malpensa, infatti, transita di tutto, droga compresa”. I Verdi ricordano che trent’anni fa il nuovo aeroporto era stato pensato come strumento di supporto alle nostre esportazioni ma ora, tra il trasferimento all’estero delle aziende italiane e l’affacciarsi dei nuovi Paesi produttori riverseranno sui nostri mercati le loro merci, la situazione è cambiata. “Malpensa sarà utilizzata – continuano gli esponenti di 'Excalibur' - non tanto per esportare le nostre merci quanto per importare e distribuire in tutta Europa i prodotti provenienti dai Paesi emergenti. Le merci provenienti dai mercati asiatici e destinati all’Europa, oltre che all’Italia, giungeranno a noi via mare, principalmente attraverso il porto di Genova, dove saranno caricate su autotreni e una volta raggiunta Malpensa le merci, dai computer ai pomodori, saranno stoccate in quelle immense distese di capannoni adibiti a magazzini (che occupano spazio ma non danno lavoro) che stanno sorgendo come funghi attorno a noi e che si aggiungono ai vari centri logistici, come quello di Arese, per essere poi smistate e, successivamente, trasbordate su aerei merci per essere inviate in tutta Europa. L’inquinamento non verrà quindi solo dall’alto, dagli aerei cargo, ma anche dal basso, dai tir, che a centinaia solcheranno le nostre strade per raggiungere Malpensa. Se consideriamo, inoltre, che la nostra zona è scarsamente interessata ai venti le conseguenze per la nostra salute sono facilmente intuibili”. Dove si costruiranno i magazzini per lo stoccaggio delle merci? “Nel Parco del Ticino – risponde Ruggiero – grazie al Piano d'Area Malpensa della Regione, uno strumento urbanistico che permette di aggirare i vincoli ambientali del Parco del Ticino e i piani regolatori dei singoli Comuni. Così vaste aree agricole e di nessun valore commerciale ma di immenso valore ecologico, situate sulla sponda del Ticino, diventano improvvisamente edificabili e il loro valore sale alle stelle. Assistiamo all'attività di alcuni imprenditori e qualche multinazionale che si occupano di questi terreni per la costruzione di capannoni, mega parcheggi, centri commerciali e grandi alberghi”. I Verdi si chiedono se questo sia il prezzo da pagare in nome dello sviluppo e del progresso. “Tutto avviene a scapito del nostro ambiente e della nostra salute e non possiamo essere assolutamente d'accordo. La soluzione è quella di un nuovo piano di ripartizione delle rotte fra tutti gli aeroporti del nord Italia (uno ogni 50 Km) sulla base delle esigenze e peculiarità del territorio, abbandonando la logica del doppio Hub, causa non secondaria dello stato prefallimentare in cui versa Alitalia” conclude il presidente del Circolo Culturale 'Excalibur'.

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