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Castano Primo

'Fiore che ride', insieme dal Papa

I ragazzi diversamente abili del Japan Karate Shotokan all'udienza generale da Papa Francesco. Un dono speciale per il Santo Padre: la cintura nera con il suo nome.

Il sogno che diventa realtà. Se poi incontri il Papa, allora l’emozione è doppia. “Chi l’avrebbe mai detto” – Non smettono quasi di ripeterlo i ragazzi diversamente abili e gli accompagnatori de “Il Fiore che ride” (il progetto che ormai da alcuni anni vede protagonista il Japan Karate Shotokan di Castano Primo), invece è tutto vero. Dalla richiesta di poter partecipare all’udienza generale alla risposta del Santo Padre… il passo è stato breve, allora l’altro giorno eccoli tutti a Roma (rigorosamente in kimono, atleti ed educatori; con loro anche gli amici dell’associazione “Volare Insieme onlus”). Il tempo insomma di organizzarsi, i preparativi per la partenza, il viaggio in pullman di notte, poi finalmente l’arrivo nella capitale, in piazza San Pietro e non potete immaginare l’emozione. “E’ stato un momento unico, magico, straordinario – dicono – Vedere Papa Francesco, potergli stringere la mano, sentire l’affetto ed il calore che trasmette semplicemente con un gesto, sentite il cuore batte ancora forte. Un sogno, un’occasione fantastica”. Ma si sa, per un evento speciale, beh… non poteva ovviamente mancare anche un regalo altrettanto speciale. La cintura nera, con tanto di nome “Francesco” scritto appunto sopra, che il gruppo ha voluto donare al Santo Padre in ricordo di questa fantastica esperienza e mattinata. “Tutto è nato per caso – continuano – Un giorno parlando tra di noi ci siamo detti che sarebbe stato bello portare i ragazzi dal Papa. Così abbiamo inviato la richiesta per poter essere presenti all’udienza del mercoledì e la scorsa settimana ci è arrivata la risposta. Pronti dunque a partire: la bellezza di stare con tante altre persone in piazza San Pietro, ascoltare le parole del Santo Padre, vederlo avvicinarsi al gruppo, una carezza per ciascuno e quindi la consegna da parte nostra della cintura nera col suo nome. Poi la condivisione, il vivere una giornata gli uni con gli altri e il sorriso sui volti di ciascuno non lo dimenticheremo mai”.

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