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Fuori campo

E' ripartito il campionato!

Partono bene tutte le grandi, solamente il Milan inciampa clamorosamente a Verona

Dopo una lunga attesa, finalmente ci siamo..! Il campionato di serie A 2013/2014 è finalmente iniziato, e lo ha fatto immediatamente con il risultato che non ci si aspetta: il MILAN che nell’anticipo delle 18 cade nella “fatal VERONA” per 2 reti a 1. Nuova stagione, vecchi vizi: è quello che ha evidenziato la prima uscita stagionale dei rossoneri. Nonostante un inizio abbastanza incoraggiante - pur con poche idee in mediana, con un Montolivo piuttosto abulico, i terzini bassi che faticavano ad incidere e l’attacco spento e senza idee - il Milan aveva trovato il gol, grazie agli unici due giocatori che meritano la sufficienza insieme ad Abbiati: Balotelli, che cerca di fare reparto da solo tentando prima la conclusione ben parata da Rafael, per poi inventare un pregevole assist per Poli, che, abile a inserirsi senza palla, converte in rete l’assist di Supermario, con un bel tocco di piatto destro che vale l’1 a 0. Poi, come neve al sole, il Milan comincia a sciogliersi, perdendo completamente lucidità nelle trame di gioco, iniziando a lasciare spazio al Verona, che inizia a proporsi con pericolosità in avanti, colpendo gli avversari nel loro punto più debole: la disattenzione sui calci piazzati, con Toni che insacca al 30esimo in piena solitudine da corner il colpo di testa che vale l’1 a 1, con Jankovic che, a inizio ripresa, su analoga situazione, vede il suo colpo di testa sventato da un grande intervento di Abbiati. Il Milan non c’è più e il Verona prende sempre più campo, mettendo in luce la qualità e l’imprevedibilità dei propri centrocampisti offensivi, con l’abilità come incursore di centrocampo di Romulo, che sulla trequarti campo, propizia assist e giocate di gran talento, servendo l’ottimo esterno destro Jankovic, che pennella per Toni, che di testa, ancora libero di colpire, insacca il 2 a 1. Martinho, in campo aperto, sfiora il 3 a 0 con un tiro di sinistro, ben sventato da Abbiati, con la flebile reazione del Milan, che è affidata a due sole conclusioni da fuori a firma di Montolivo e Balotelli, alle quali risponde senza grande apprensione l’attento Rafael, reattivo su entrambi gli interventi, per la meritata vittoria scaligera.
Il secondo anticipo delle 20:45 non vede invece sorprese, ma anzi, una decisa riconferma da parte dei campioni uscenti della JUVENTUS, che si impongono per 1 a 0 nella difficile trasferta di Marassi sulla SAMPDORIA. Partono bene i bianconeri, a fronte di una Samp molto ben organizzata in fase difensiva, ma troppo guardinga nell’offendere, tentando solo sporadici contropiedi per sfruttare la rapidità di Eder e Gabbiadini. Gli ospiti - con Pirlo, consueto geometra della manovra, ben coadiuvato dai movimenti senza palla, le idee, e la fisicità di Pogba e Vidal, i continui affondi sulle fasce di Lichtsteiner e Asamoah, i movimenti, la pericolosità e la crescente intesa di Vucinic e Tevez, unita allo solidità dei 3 centrali di difesa e agli schemi di gioco già ben assimilati - meritano pienamente la vittoria, dimostrando fin da subito di essere la squadra da battere. Prima occasione per Pirlo, che, liberato al tiro dopo un pregevole giro palla, impegna seriamente Da Costa, bravo ad opporsi al tiro di testa di Asamoah e al sinistro di Tevez, ma nulla può su di lui ad inizio secondo tempo, quando realizza l’1 a 0, per lui prima gioia in campionato. La Samp reagisce e trova immediatamente il pari (giustamente annullato per fuori gioco su tocco sottoporta di Costa) con Eder prima e Obiang poi, che, con due tiri da fuori, impensieriscono Buffon, con i bianconeri che riescono ad amministrare senza patemi l’incontro fino al termine per la vittoria finale. Parte con il piede giusto l’INTER di Mazzarri, che si impone a S.Siro per 2 a 0 sul GENOA, con una buona prova, mostrando di aver già ben assimilato lo schema tanto caro al nuovo mister, il 3-5-2. Primo tempo caratterizzato da un tatticismo esasperato, con entrambe le squadre concentratissime nella fase difensiva, con la conseguente riduzione degli spazi al lumicino, che non consentono a nessuna delle due di creare azioni di grande pericolosità. A tentare con maggior insistenza la via della rete sono i nerazzurri, con il volenteroso lavoro delle due mezz’ali Guarin e Kuzmanovic, che, scambiandosi spesso le posizioni, si inseriscono, tentando anche la conclusione, cercando il ben marcato Palacio, servito dalle ali Nagatomo e Jonathan, con cross però spesso poco pericolosi, con Campagnaro che dalla difesa accompagna spesso l’azione da destra, con buone discese. Di contro, il Genoa è attentissimo in fase difensiva e ordinato nel possesso palla con la precisa regia di Lodi, che cerca spesso di dare sfogo alla manovra sugli esterni, dove il giovane croato Vrsaljko, Santana e Antonelli compiono dei buoni affondi, con alcuni cross interessanti, che non trovano però la finalizzazione di Gilardino, assai ben marcato, al pari di Bertolacci, che fatica a incidere tra le linee. Nella ripresa, il copione cambia, con entrambe le squadre che alzano il baricentro, provando a vincere l’incontro, scoprendosi maggiormente, lasciando il fianco alle ripartenze. Dopo alcuni tentativi da ambedue le parti, di Alvarez per l’Inter e Kucka per il Genoa, salgono in cattedra Guarin e Alvarez, che sulla trequarti campo, con cross, accelerazioni e conclusioni, danno una svolta alla partita: è prima il colombiano, a sfiorare il gol con un potente diagonale, poi l’argentino a mettere un pallone d’oro per il neo entrato Icardi, con Vrsaljko che compie un gran intervento difensivo, con gli attacchi a tutto campo dell’Inter, che producono ben presto il meritato vantaggio, con la rete che si concretizza con Nagatomo, per l’1 a 0. Il match si conclude poi con il Genoa che ci prova, senza però pungere, e l’Inter, che dopo due pericolosi colpi di testa a firma di Icardi e Ranocchia, trova il meritato 2 a 0 finale, con Palacio, che servito ottimamente nello spazio da Guarin, è freddo ad insaccare di sinistro. Termina per 3 a 0 la sfida tra NAPOLI e BOLOGNA. Grande partita per i partenopei, che mettono in campo sin da subito una buona prova di squadra, con ogni reparto che funziona a meraviglia, con Behrami a fungere da frangiflutti, bloccando sul nascere le rare trame di gioco avversarie, Inler ad impostare, e Hamsik che è gran rifinitore sulla trequarti, allargando il gioco sugli esterni d’attacco offensivi, gli ottimi Pandev e Callejon, che creano giocate e pericolosi uno contro uno, oltre a premiare le puntuali sovrapposizioni dei terzini. Prima occasione per Callejon, che raccoglie un passaggio deviato di Hamsik e scarica un potente destro, che colpisce in pieno il palo, con lo stesso slovacco che appoggia di testa per l’arrivo di Higuain sottoporta, con la difesa ospite brava ad allontanare. Il gol è però nell’area e si materializza con Callejon, che insacca a porta vuota l’1 a 0, al quale fa seguito poco dopo il raddoppio a firma di Hamsik, che riceve da Pandev dentro l’area, si gira, fa secco il proprio marcatore, dribbla il portiere e insacca lo splendido gol del 2 a 0. Di contro, il Bologna è quasi inesistente in fase offensiva, a causa della mancanza di gioco prodotta dal centrocampo per la superiorità tecnica e l’asfissiante pressing degli avversari,con il solo tiro verso la porta di Kone. Il match si chiude virtualmente a inizio secondo tempo, dopo una pericolosa conclusione di Callejon e con il magistrale Hamsik, che raccoglie una bella sponda di Pandev, sigillando il risultato con un potente destro che vale il 3 a 0, con i restanti minuti che vedono il Napoli amministrare e il Bologna reagire con orgoglio, con alcuni tentativi individuali di Kone, Diamanti e Bianchi, per la meritata vittoria dei partenopei. Parte in modo convincente la stagione della ROMA,che pur schierata senza il talentuoso partente Lamela, si impone con grande autorevolezza sul campo del LIVORNO per 2 reti a 0. Partita controllata dal primo al 90esimo, grazie all’ottima prova del centrocampo, che registra finalmente la grande prestazione di De Rossi e di Totti, che, spostato nel mezzo in posizione di centravanti, fa il bello e il cattivo tempo, trovando conclusioni e assist vincenti per i compagni tra le linee, beneficiando dell’ottima giornata di Florenzi, al pari di Balzaretti e Maicon, con il brasiliano, in particolar modo, a disputare un gran match, in fase di spinta e attenzione difensiva. Livorno invece troppo guardingo e impalpabile in fase offensiva, a causa del dominio del centrocampo avversario, con una sola conclusione pericolosa di Ceccherini, di poco alta. Il resto è solo Roma, con la rete che dopo alcune buone azioni non si fa attendere e arriva con una bell’assist di Totti, sulla corsa di Florenzi, che calcia centrando il palo, con l’azione che però prosegue, con il capitano, che serve al limite dell’area De Rossi, che conclude con un gran destro che vale l’1 a 0, al quale fa seguito poco dopo il raddoppio finale a firma di Florenzi, che lanciato in profondità, è più freddo che in precedenza. Il Livorno non ha la forza di produrre una convincente reazione, con l’attenta retroguardia giallorosa, che controlla agevolmente fino al termine. Parte bene la nuova avventura della LAZIO, che si riprende immediatamente dopo la netta sconfitta in Supercoppa contro la Juventus, imponendosi per 2 a 1 sull’UDINESE. Partono benissimo i biancocelesti, con i centrocampisti più tecnici Candreva ed Hernanes su tutti, che prendono il possesso del centrocampo, impostando rapidi fraseggi e soprattutto devastanti giocate in uno contro uno, con Candreva che si accentra da sinistra e colpisce il palo con un potente destro, al quale fa seguito poco il capolavoro di Hernanes, che lanciato in profondità, fa secco Danilo e trafigge il numero uno friulano con un gran sinistro nel sette per l’1 a 0, che dura assai poco, per il rigore su fallo di Klose, travolto in uscita da Kelava, con Candreva, freddo nella realizzazione del 2 a 0. I restanti minuti sono quasi esclusivamente di marca laziale, con un gran controllo sul match e un’ottima gestione del pallone che porta più volte a sfiorare il terzo gol, a fronte di un’Udinese che, piegata dalle due reti, fatica a creare, con Muriel, che quasi dal nulla, lanciato in profondità, trova il 2 a 1, con un bel tocco in uscita su Marchetti, nell’unica azione degna di nota per i suoi, che tentano l’assedio nei minuti finali, andando vicino al pari in più occasioni, ma l’attenta difesa laziale resiste, suggellando i 3 punti finali. Si conclude per 2 a 1 la sfida tra il CAGLIARI e ATALANTA. E’ la squadra sarda a giocare meglio nel primo tempo facendo vedere un buon calcio soprattutto a centrocampo e in attacco. In difesa soffre però nel gioco aereo, a causa soprattutto della mancanza di Astori. Nonostante il bel gioco dei cagliaritani, è l’Atalanta a portarsi per prima in vantaggio sfruttando un calcio d’angolo di Cigarini che Stendardo è bravo a deviare di testa in rete, non lasciando scampo ad Agazzi. Il Cagliari non si scompone e continua ad imporre il suo gioco, arrivando subito al pareggio con una azione corale, che si conclude con uno splendido assist di Sau per Nainggolan, bravo ad insaccare di destro alle spalle di Consigli. Dopo il pareggio, il Cagliari continua a fare la partita e a rendersi pericoloso. Nella ripresa si mantiene lo stesso copione visto nella prima frazione, con il Cagliari a fare il gioco e l’Atalanta a cercare di rendersi temibile con le palle inattive e i cross dalle fasce. Al 15esimo Cabrera completa la meritata rimonta dei suoi, andando a chiudere una bella combinazione con Pinilla e Murru. Colantuono cerca di dare una scossa ai suoi togliendo Kone e Bonaventura e mettendo Maxi Moralez e De Luca, cambi che ottengono l’effetto voluto, perché i nerazzurri iniziano a far prevalere il loro gioco, complice anche un sensibile calo fisico del Cagliari nell’ultima parte di gara. L’Atalanta si riscuote e per ben tre volte va vicino al gol del pareggio: prima con Maxi Moralez poi con Livaja. Sul finale, i bergamaschi si sbilanciano in avanti alla ricerca del pareggio e il Cagliari cerca di sfruttare gli spazi aperti in contropiede con la velocità del neo-entrato Ibarbo, che sfiora il gol del k.o. dopo una azione personale. Il TORINO vince in casa per 2 a 0 contro il neo-promosso SASSUOLO. Il primo tempo regala una partita povera di emozioni e molto equilibrata. E’ il Toro a tenere il pallino del gioco, cercando di scardinare la retroguardia degli emiliani con le iniziative dei suoi uomini più tecnici: Cerci e Vives. Il Sassuolo si difende con ordine cercando di sfruttare soprattutto le ripartenze in contropiede. I granata sembrano avere la meglio soprattutto sulle fasce dove Ziegler e Gazzola non sembrano in grado di arginare le iniziative di Cerci e compagni. E’ proprio dalle corsie laterali che nasce il vantaggio del toro. Immobile è bravo a smarcarsi in area di rigore e a tenere palla sulla linea di fondo attirando su di sé tre difensori e liberando lo spazio per l’inserimento di Brighi, bravo a sfruttare lo scarico del giovane attaccante granata e a siglare il gol dell’1 a 0 con un bel tiro nell’angolino sinistro della porta. Nel secondo tempo, il Toro entra in campo con un atteggiamento molto più difensivo rispetto alla prima metà di gara, raddoppiando con uno splendido sinistro a giro sul secondo palo che chiude una bella ripartenza dei granata. Il Sassuolo cerca una svolta inserendo la terza punta Paletti,
così che si fa più propositivo, costringendo gli avversari a difendersi e andando vicini al gol in più occasioni, per il 2 a 0 finale. Si conclude sullo 0 a 0 la gara tra PARMA e CHIEVO-VERONA, con i padroni di casa che schierano subito il neo-acquisto Cassano insieme ad Amauri, mentre il Chievo si affida a Théréau e Paloschi in attacco. La partita è molto equilibrata, con le due squadre che si studiano fin dai primi minuti, rendendosi poco pericolose in attacco. I tentativi del Parma di scardinare la difesa ospite sono in mano soprattutto a Cassano, anche se l’intesa tra il barese e Amauri non è ancora ottimale e le iniziative gialloblu vengono vanificate dalla difesa compatta e ordinata del Chievo, con il primo tempo che si chiude senza occasioni degne di nota. Nel secondo tempo parte forte il Parma, anche se è il Chievo ad andare vicino alla rete, con un gran tiro da fuori di Sestu che impegna Mirante in una super parata che salva il risultato. E’ la squadra di Donadoni, però, a mantenere il controllo del gioco e a farsi sempre più pericolosa con le iniziative di Cassano e Biabiany. Il Chievo difende con quasi tutti i suoi effettivi, passando alla difesa a 5 sostituendo Sestu con un altro centrale difensivo come Claiton Dos Santos. I veneti soffrono, ma riescono a tenere il risultato fino al fischio finale, con il pareggio tutto sommato giusto per due squadre con caratteristiche differenti ma sullo stesso livello. Apre alla grande anche la FIORENTINA che si impone sul CATANIA per 2 a 1. Gara controllata dalla Fiorentina, che orchestra un buon possesso palla con il trio di centrocampo, girando il pallone con pazienza, coinvolgendo tutti gli effettivi, cercando un varco nell’attenta difesa etnea, che, quando in possesso palla, non rinuncia a contrattaccare, soprattutto con la velocità di Leto e Castro e l’imprevedibilità di Barrientos, con un disimpegno errato di Pizarro che porta Tachtsidis al tiro che termina di poco a lato. La viola dispone però di un giocatore straordinario: Cuadrado, che in forma strepitosa, si mangia letteralmente con continuità campo e avversari sulla fascia destra, rendendosi protagonista nell’azione dell’1 a 0, con un suo cross nel mezzo, controllato e convertito in rete con un preciso destro di Rossi, con i padroni di casa che però si distraggono poco dopo, consentendo al Catania, pericoloso precedentemente con un colpo di testa di Spolli e un tiro fuori di Izco, di trovare il pari, con Barrientos che, su assist di Leto, insacca l’1 a 1 con un preciso sinistro. Il match vive poi di tentativi da ambedue le parti, con i rapidi attaccanti esterni etnei a tentare di scardinare la retroguardia viola, e i padroni di casa che si affidano all’estro dello straripante Cuadrado, che propizia il 2 a 1 saltando due uomini, con la palla messa in mezzo, che viene raccolta da Pizarro, che trova il destro vincente per il 2 a 1, a fronte del tentativo di Bergessio, su assist di Bellusci, ben neutralizzato da Neto e del clamoroso sbaglio a porta vuota di Gomez per i viola. Il match continua nella ripresa sui tentativi del Catania, che con il baricentro più alto e l’ingresso di Rolin, attacca con maggiore insistenza dagli esterni, cercando di rendersi pericolosi, con uno contro uno e cross, a cercare nei minuti finali i centimetri di Maxi Lopez, a fronte però di una Fiorentina granitica in fase difensiva e sempre pericolosa in avanti grazie al migliore in campo Cuadrado, che continua a spingere a creare per i compagni, con Gomez che va vicino alla rete, per la meritata vittoria viola. Tutte le big a punteggio pieno, con il Napoli che ha impressionato maggiormente, stecca solo il Milan, fermato dal neo promosso Verona.

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