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Lonate

Delocalizzazioni: "Tempo è finito"

La delicata questione delle case delocalizzate attorno all'aeroporto di Malpensa sempre al centro dell'attenzione. "Il tempo sta finendo, le zone stanno morendo".

L'annosa questione delle case delocalizzate intorno all’aeroporto della Malpensa nei comuni di Lonate Pozzolo, Ferno e Somma Lombardo è tornata di recente sotto i riflettori. Durante l’ultima seduta del consiglio comunale lonatese, il più colpito dalla delocalizzazione con oltre 350 case (sulle 550 totali) si è tornato a discutere del problema con l’approvazione di una mozione condivisa da maggioranza e opposizione per chiedere alla Regione un intervento più deciso. In sintesi il documento contiene la richiesta di rivedere la proposta avanzata dal Parco del Ticino di dichiarare un sito di interesse comunitario il territorio della brughiera e via Gaggio. Una sottolineatura importante, in contrasto con il Masterplan che prevede, invece, la cancellazione di via Gaggio. E torna a farsi sentire anche la voce dei cittadini, gli stessi che dal 2001 hanno dovuto lasciare le case e hanno visto il loro territorio abbandonato e ora in preda al degrado. “Il tempo sta finendo – commenta Walter Girardi del comitato ‘Viva via Gaggio’ e cittadino delocalizzato – i soldi che la Regione aveva stanziato per i 3 comuni per la manutenzione sono esauriti e le zone stanno lentamente morendo”. L’area compresa tra le vie XXIV Maggio, Primo Maggio e Moncucco sono state in passato segnalate alle forze dell’ordine per il degrado, e i progetti di recupero sembrano lontano anni luce. “L’accordo proposto da Regione Lombardia ai comuni e Sea è legato a doppio filo al Masterplan, poiché i fondi (circa 12 milioni di euro) sarebbero riconducibili al capitolo dedicato alle compensazioni ambientali. Ma dire si a questo accordo significherebbe anche dire si alla terza pista e per noi è inaccettabile”. Al momento Sea non ha ancora sottoscritto l’accordo e con il cambio della guardia al vertice del Pirellone tutto è in stand by. “Continueremo a far sentire la nostra voce e non vogliamo che la frazione di Tornavento faccia la stessa fine”.

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