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Turbigo

Centrale, 97 posti a rischio

Il futuro è incerto alla centrale termoelettrica. Si profila la cassa integrazione per i lavoratori, che dovrebbe partire già nelle prossime settimane. Ma poi?

Se chiedi loro del futuro, nessuno sa cosa dire, ma tutti ripetono che è solo “un grosso punto di domanda”. Niente certezze, insomma, o meglio, quelle, giorno dopo giorno, sono sempre meno, però neanche la speranza che, invece, è ormai da tempo che non c’è più. Tempo di cambiamenti alla centrale termoelettrica di Turbigo e per chi lavora dentro, purtroppo, il domani è riassunto in una semplicissima parola “cassa integrazione”. Forse, già, da aprile oppure nelle settimane o nei mesi appena successivi. Tutto nasce perché al gruppo Iren, che esce da Edipower, verranno assegnate come contropartita, da una parte il nucleo idroelettrico di Tusciano, dall’altra, appunto, la struttura turbighese e, contemporaneamente, quindi, la stessa Edipower passerebbe di fatto sotto il controllo di A2a. Il che tradotto significherebbe taglio dei costi gestionali (circa 70 milioni di euro nel triennio 2013/2015, così da rispettare il piano di contenimento e rientro del debito concordato con le banche che sono impegnate a finanziare il piano ed i relativi investimenti). Ma, mentre il passaggio definitivo ad Iren dovrebbe avvenire entro il 1 luglio prossimo (anche se ci potrebbe essere lo slittamento di un anno), nei giorni scorsi proprio A2a avrebbe chiesto alla stessa società di inglobare lo staff, trovando, però, un netto rifiuto. Allora, l’ipotesi di una continua riduzione del personale attuale, sembra non essere solamente una supposizione, bensì un’ipotesi sempre più reale. “Nei vari documenti sulla questione – spiegano alcuni dipendenti della centrale – si fa riferimento solo a 800 MW di potenza installata, ma a Turbigo sono 1770 i MW, senza tenere conto degli altri impianti tecnologici di cui nessuno parla”. Non è difficile capire, dunque, che i tagli saranno, quasi certamente, effettuati. “Stiamo vagliando attentamente la situazione – annunciano i sindacati – e le eventuali azioni da mettere in campo. Azioni pesanti che non intendiamo avallare se non dopo averne verificato l’effettiva necessità, la tutela dei lavoratori coinvolti e l’efficacia del piano degli investimenti per la tenuta del gruppo nell’immediato e per il futuro (blocco generalizzato dello straordinario salvo quello strettamente necessario, Fermata a rotazione delle centrali termoelettriche di Turbigo, Cassano, Sermide, Chivasso con attivazione della CIG ordinaria per il personale degli impianti in attesa della ripresa dei consumi, chiusura della sede di Mestre, ottimizzazione dei processi gestionali delle reti elettriche e gas, Incorporazione delle staff centrali di EDIPOWER e A2A; infine, omogeneizzazioni dei trattamenti aziendali a partire dagli ambiti ex Aem, Asm, Edipower)”.

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