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Fuori campo

'Flop' Napoli, la Juve vede il 'tricolore'

La squadra di Mazzarri battuta dal Chievo Verona dice addio alle speranze scudetto. Bianconeri che superano il Catania e sono sempre più primi. Crisi 'nera' in casa Inter (un'altra sconfitta), scende la Lazio, mentre salgono il Milan (terzo e vicinissimo al secondo posto) e la Fiorentina. In chiave salvezza passo in avanti del Siena.

La 28esima giornata di serie A si apre con la sfida tra GENOA e MILAN che termina per 2 a 0 a favore dei rossoneri. L’inizio vede gli ospiti poco reattivi e molli, soprattutto nel reparto di centrocampo, con Montolivo ed Ambrosini che smistano il pallone con lentezza, agevolando la copertura di un Genoa ben messo in campo. Poi, quasi all’improvviso, arriva l’episodio che accende il match: De Sciglio compie un buon affondo sulla fascia e mette in mezzo la sfera che, dopo un errato disimpegno della difesa , arriva sui piedi di Pazzini che colpisce con un gran destro che bacia la parte interna della traversa e finisce in rete per l’1 a 0. Il gol sveglia soprattutto i padroni di casa, che iniziano a pressare con più insistenza e ad alzare il proprio baricentro, con un rapido giro palla a centrocampo che libera spesso al tiro Vargas, che ci prova da fuori, con la manovra che si sviluppa, inoltre, sulle linee esterne. Antonelli e Cassani sfornano numerosi cross e si guadagnano diverse punizioni, cercando Borriello, abile e generoso a fare lavoro di sponda e a far spazio per gli inserimenti da dietro dei compagni. La concessione di molte punizioni esalta la fisicità del Genoa, con la migliore occasione che scaturisce proprio da questa situazione, con Borriello che alza di poco sopra la traversa, a fronte di un Milan, che pur sotto pressione, riesce a difendersi, limitando i pericoli e cercando di ripartire, soprattutto con la velocità di El Shaarawy. L’inizio del secondo tempo vede il Genoa colpire un palo su bella punizione di Bovo, con il Milan che replica poco dopo con Flamini, che si inserisce sulla destra e conclude in diagonale con Frey attento. E’ poi Zapata che serve Balotelli, freddo ad incrociare di potenza col destro il 2 a 0. Sembra finita qui, ma accade l’episodio che porta all’espulsione di Constant, che lascia i suoi in 10, con i rossoblu che si riversano in massa nell’area avversaria, tentando di riaprire il match, ma si devono scontrare con un super Abbiati, che sventa tutti i loro tentativi (strepitoso su un tiro di Jorquera). Termina per 1 a 1 la sfida tra UDINESE e ROMA. Primo tempo molto equilibrato, con le rispettive cerniere di centrocampo abili a contenere fraseggi ed imbucate, con il tatticismo a farla da padrone. Poche le azioni da gol, con i padroni di casa che cercano invano di attivare la velocità di Di Natale e Muriel, ben marcati, sviluppando alcune buone trame sulla cerniera di destra, con Badu e Basta che trovano spesso il cross. La Roma, dal canto suo, vede De Rossi smistare bene il pallone, servendo i compagni, con Florenzi abile ad inserirsi e a proporsi con rapidi tagli, e Totti e Lamela che cercano sulla trequarti l’imbucata vincente. La prima occasione è dell’Udinese con Di Natale che, ben liberato da Maicosuel, impegna seriamente Stekelenburg. La Roma risponde con un calcio di punizione battuto a sorpresa, con Florenzi che viene servito rapidamente, e trovandosi a tu per tu con Brkic, non ha la freddezza di angolare, centrando il portiere, anche se, solo pochi istanti dopo, è bravo a colpire di testa, su assist di Totti, con lo sloveno che compie il miracolo, ma nulla può sul tap-in vincente di Lamela per l’1 a 0. Il secondo tempo vede i padroni di casa cercare di riaprire il match, alzando il baricentro e spingendo maggiormente sulle fasce, oltre ad attivare i suoi uomini più rapidi, con Maicosuel, che è bravo a servire in profondità Muriel, che fa secco con un dribbling Burdisso ed insacca sul primo palo l’1 a 1. Il match continua poi sul piano dell’equilibrio, fino all’espulsione di Heurtaux, che stende Florenzi, costringendo i suoi a soffrire maggiormente. L’Udinese è però organizzatissima: inserisce un altro difensore e concede solo alcuni spazi sulle corsie laterali, con Torosidis e soprattutto Balzaretti, pericolosi, con il terzino italiano che recupera un pallone d’oro, servendolo ad Osvaldo, che sbaglia clamorosamente davanti a Brkic, indirizzando fuori il suo pallonetto, per un giusto e non molto concitato pareggio. Si conclude per 2 a 1 a favore dell’ATALANTA il match con il PESCARA. Primo tempo tattico, con le due squadre contratte ed attente a non farsi mai trovare scoperte in difesa. I padroni di casa risentono dell’assenza di Cigarini a centrocampo, sviluppando il proprio gioco solo in orizzontale, faticando a trovare le verticalizzazioni per le punte, con le rare giocate che provengono per lo più dai singoli, con Bonaventura che inventa tra le linee ed i centrocampisti centrali che cercano la soluzione da fuori, sfruttando i rari spazi lasciati dagli abruzzesi, con Radovanovic, che è però impreciso. Le trame di gioco del Pescara vedono l’ottimo D’Agostino dettare i tempi con un’attenta e precisa regia, cercando di attivare la rapidità di Weiss, oltre ad inserirsi in zona offensiva. E’ proprio il regista italiano a concretizzare una delle rare occasioni per i suoi con un gran sinistro che si infila sotto l’incrocio dei pali per l’1 a 0, che dura però poco, vista l’ingenuità di Zanon, che concede un rigore trasformato da Denis per l’1 a 1. La ripresa vede l’Atalanta farsi preferire al Pescara, con gli inserimenti dei centrocampisti che si intensificano, così come le sovrapposizioni dei terzini, a cercare le punte, con Del Grosso che pennella un bel cross, con Livaja che, per poco, non arriva sul pallone. E’ ancora dalle corsie esterne che l’Atalanta si fa pericolosa, con Biondini che sfonda sulla destra e crossa in mezzo dove Denis, in completa libertà, stoppa e gira in rete il destro del 2 a 0. La seconda disattenzione del match costa cara al Pescara, che nonostante tenti una reazione con alcune buone accelerazioni di Sculli e Weiss, ed i tentativi da fuori di Celik, non riesce a scalfire l’attenta retroguardia atalantina che rischia di segnare il 3 a 1 con Brienza in contropiede. La sfida tra JUVENTUS e CATANIA termina per 1 a 0 a favore dei padroni di casa che, come da pronostico, fanno la partita, pur mostrando meno lucidità ed intensità del solito. La manovra si sviluppa soprattutto per vie centrali, con la buona regia di Pirlo, bravo ad imbucare le punte, con Vucinic che svaria su tutto il fronte di attacco e con gli esterni che si propongono poco e male, privando la manovra bianconera dei consueti cross e tagli dalle corsie laterali e di potenziali occasioni da rete. Prima occasione con Vucinic, che va via al suo marcatore diretto e dal limite dell’area scaglia un potente destro, ben disinnescato da Andujar, con Marchisio abile a tagliare alle spalle della difesa e a cercare la porta, con un tiro deviato in corner. Il Catania, dal canto suo, è bravo a coprirsi, costruendo la manovra d’attacco con rapidi lanci e ribaltamenti di fronte di Lodi, per innescare la velocità di Castro e Gomez, che conclude debolmente verso la porta, al pari di Lodi, il cui tentativo termina fuori, ma rischia molto, negli ultimi minuti, per un errore dei suoi difensori, poco reattivi nel respingere un pallone in area, con Vucinic, abile ad appropriarsi del pallone, e a concludere, da distanza ravvicinata, centrando un clamoroso palo. La ripresa vede la Juve caricare a testa bassa, con la squadra che alza maggiormente il baricentro e con il gran lavoro delle mezz’ali di centrocampo Marchisio e soprattutto Pogba, che si inseriscono continuamente, creando in diverse situazioni superiorità numerica, andandosi al cross e al tiro, al pari di Vucinic, che compie un gran lavoro per i compagni cercando l’assist vincente. Le occasioni migliori portano la firma di Pogba, che scalda le mani ad Andujar con un potente destro, mentre è impreciso su un'altra conclusione di esterno destro, a fronte di un Catania che si chiude e cerca di ripartire, creando una buona occasione, su errore di Pirlo, consentendo a Castro di esplodere un potente destro, che termina però a lato. I bianconeri sono incontenibili e continuano a creare temibili azioni, tra cui una punizione di Pirlo che, respinta, termina sui piedi di Marchisio, che è però impreciso. Poco dopo, il neo entrato Giaccherini si fa ammonire sottoporta per simulazione e Pogba è ancora gran protagonista, andando via sul fondo e crossando nel mezzo, con Andujar che respinge sui piedi di Giaccherini, che controlla ed insacca al 91esimo l’ormai insperato gol vittoria. Termina per 3 a 1 la sfida tra CAGLIARI e SAMPDORIA. Partono alla grande i sardi, con l’ottima diga di centrocampo Ekdal, Dessena e Naingollan, che fa scudo davanti alla difesa, limitando al massimo i pericoli, oltre a far girare rapidamente il pallone, servendo Cossu tra le linee, che ha il piede molto caldo, lanciando al meglio le punte, con Ibarbo gran protagonista. Il Cagliari orchestra una gran bella azione di rimessa, con un rapido giro palla che libera spazio sulla sinistra, dove Ekdal raccoglie un bel cross tagliato e conclude impegnando Romero, abile a respingere, ma nulla può sul tap-in dell’accorrente Ibarbo. Poco dopo, Ibarbo stoppa e scarica in rete una bella palla tagliata da calcio d’angolo da Cossu. Le ripartenze sarde sono incontenibili ed i difensori genoani non riescono a trovare contromisure, permettendo a Cossu di involarsi sulla destra e di pennellare un preciso cross, con l’accorrente Ibarbo che realizza la sua personale tripletta per il 3 a 0. Inutili i tentativi di orgoglio della Samp con Eder ed Icardi che ottiene solo un rigore per un fallo subito in area, trasformato da Maxi Lopez per il 3 a 1 finale.
Termina per 2 a 0 la sfida tra CHIEVO VERONA e NAPOLI. Gli ospiti appaiono stanchi e con poche idee: Inler è sottotono e fatica ad impostare, gli esterni danno poca spinta dalle corsie laterali, Cavani riceve poche palle giocabili e sporadici sono gli assist di Hamsik ed Insigne, con le rare conclusioni che scaturiscono, per lo più, da conclusioni da fuori area. Il Chievo, dal canto suo, è ordinato e rapido nelle ripartenze, con Théréau abile a scattare alle spalle dei distratti difensori avversari ed è il primo a costruirsi una buona occasione, colpendo però troppo esternamente il pallone. E’ poi Dramè a trovare un gran sinistro che vale, a sorpresa, l’1 a 0 per i veronesi, con il Napoli che produce una reazione con Hamsik che lancia Cavani, il quale conclude debolmente, mentre Insigne ci prova da fuori, indirizzando però alto. E’ ancora Cavani su punizione ad impegnare l’ottimo portiere veronese, per poi subire però su un altro lancio di Théréau il 2 a 0, con De Sanctis che non riesce ad opporsi. La ripresa vede i partenopei intensificare i propri sforzi, lanciando soprattutto Cavani e tentando l’imbucata vincente con i trequartisti ed i cross dagli esterni per il Matador che, dopo aver alzato alto un buon assist di un compagno, si procura un rigore, che viene però splendidamente parato dal portiere. Il Napoli, nei suoi assalti spesso estemporanei, lascia anche spazi alle ripartenze avversarie, rischiando su una conclusione ravvicinata di Paloschi, per poi sfiorare il gol della speranza, con un tiro da fuori di Insigne, e soprattutto con un altro quasi a botta sicura di Cavani, ancora una volta fermato da uno strepitoso Puggioni, per il 2 a 0 finale. La sfida salvezza tra SIENA e PALERMO vede quest’ultimo sconfitto per 2 reti a 1. Il primo tempo è molto tattico per entrambe le squadre, che hanno paura di scoprirsi troppo e le azioni più pericolose si sviluppano dalle ripartenze e giocate dei singoli. Della compagine rosanero sono Dossena prima e Boselli poi ad impegnare Pegolo, mentre, sul fronte opposto, rispondono Rosina con due conclusioni e Rubin. Prima dell’intervallo, è però abile il Palermo a segnare la rete del vantaggio: un rimpallo di Terlizzi diventa assist per Anselmo che, a due passi dalla porta, mette in rete per l’1 a 0. Nel secondo tempo, però, sono i toscani ad essere più propositivi, con le buone giocate sulla trequarti di Rosina, che è abile ad imbeccare la velocità di Emeghara. L’agitazione per la posta in palio si fa sentire ed è da un traversone innocuo di Rosina su cui interviene Munoz ad aprire lo spazio per Emeghara che, di testa, sigla la rete del pari. Il Palermo prova a reagire, ma è tutto inutile, tanto che, ancora una volta, lo stesso Emeghara si fa stendere in area, guadagnando il calcio di rigore che Rosina non sbaglia. Finisce 2 - 1 per il Siena e adesso la zona salvezza non è più così lontana. Il match tra PARMA e TORINO si conclude per 4 a 1 a favore dei padroni di casa. Il risultato è però bugiardo (almeno per la prima frazione di gara) con il Parma che ha controllato larghi tratti del match impostando il proprio gioco su rapidi ribaltamenti di fronte ad innescare la rapidità degli esterni Santana e Birsa, con quest’ultimo a tratti imprendibile, e con l’argentino pericoloso anche da fuori. E’ Bianchi, che ben servito da destra, in perfetta solitudine, stoppa male vanificando una buona occasione, e successivamente Santana, a provarci con un potente destro, a fronte di un Parma che subisce senza mai riuscire a ripartire con la velocità di Biabiany, poco in partita, creando solo alcuni pericoli con la fisicità di Amauri, temibile su acrobazia e di testa. Nel secondo tempo, il Toro vede sancire la propria superiorità sul piano del gioco, dal gol del vantaggio, collezionato ancora dai due laterali, con Birsa che dribbla splendidamente un paio di uomini e serve un pallone d’oro per l’accorrente Santana, che insacca l’1 a 0 in posizione, però, dubbia. Poco dopo, Bianchi cestina un altro cross di Birsa, colpendo troppo sul portiere, con Mirante comunque abilissimo nell’intervento. L’errore risulta fatale, con il Parma che si affida al proprio terminale offensivo Amauri, cercandolo in tutti i modi, con continui cross sia degli esterni che delle mezz’ali ed è su uno di questi che l’italo brasiliano realizza l’1 a 1, con Sansone che poco dopo raddoppia in contropiede, ed ancora Amauri a segnare altri due gol (il primo con un potente destro a concludere una pregevole azione personale, il secondo di giustezza, concretizzando un rapido contropiede, con un preciso tocco sul primo palo). Il posticipo serale tra LAZIO e FIORENTINA si conclude per 2 a 0 a favore dei viola. E’ una Fiorentina sontuosa quella che si presenta a Roma, mostrando un gioco sfavillante, sotto la regia attenta e precisa di Pizarro e Valero, che orchestrano al meglio la manovra, con rapidi fraseggi a servire la rapidità delle punte con continui uno-due e gli esterni che sfondano ripetutamente sulle corsie laterali, portando pericoli alla porta laziale. E’ prima Jovetic a mancare la zampata vincente, su cross di Pasqual, poi Ljajic e, quindi, Cuadrado ad impegnare Marchetti, con la supremazia della viola, assoluta padrona del match, che si vede premiata dal gol del vantaggio, con una splendida finta di Valero che libera al tiro Jovetic, che insacca con un preciso destro. La Lazio, fino a quel momento schiacciata nella sua metà campo, ha un sussulto e attacca con costanza dalle fasce laterali affidandosi a giocate personali e producendo alcuni tentativi con Ederson. E’ poi Floccari a beneficiare del gran lavoro sull’esterno di Lulic, che serve un buon pallone per il primo che non concretizza, al pari di Ederson, che non sfrutta un cross di Ledesma. I toscani sono bravi a reggere l’urto e a colpire con una velenosissima punizione di Ljajic per il 2 a 0. La Lazio prova, ma solamente in alcune sporadiche occasioni, ma mancano i suoi uomini chiave (Hernanes su tutti, praticamente l'ombra del giocatore ammirato nella prima parte di stagione e nemmeno l'ingresso di Mauri riesce a cambiare il volto alla gara). Esce sconfitta l’INTER, in casa, per mano del BOLOGNA per 1 rete a 0. Partono meglio gli ospiti con gli uomini offensivi attivati con rapidità dai mediani che compiono bene le due fasi, coprendo al meglio la difesa e recuperando diversi palloni a centrocampo, servendo gli ottimi Diamanti e Gabbiadini, che con rapidi fraseggi e tocchi geniali cercano sia la giocata personale, sia l’imbucata vincente per il bomber Gilardino. Gabbiadini ha una prima buona occasione, anche se la mira è imprecisa, e successivamente, su una bella verticalizzazione in profondità, è Gilardino a ricevere un pallone d’oro, dopo un rapido scambio tra Diamanti e Gabbiadini, che colpisce con un potente destro al volo che sibila vicino al palo. L’Inter risulta, invece, poco incisiva e dinamica, con un lento giro palla, che fatica a premiare i movimenti di Palacio, senza che i suoi compagni riescano a costruire giocate alternative. All’inizio della ripresa, la supremazia del Bologna viene premiata con Gilardino, che raccoglie un bell’assist di Perez ed insacca al volo superando Carrizo. I nerazzurri, a questo punto, colpiti, reagiscono più con i nervi e con le azioni dei singoli, che con il gioco, con i pericoli che scaturiscono dalle incursioni dei terzini e dalle giocate tra le linee di Cassano e Guarin. E’ prima il barese a raccogliere un cross di Pereira, rimettendo il pallone in mezzo, dove Ranocchia, per un soffio, non arriva alla deviazione vincente, poi Guarin che in una delle sue accelerazioni brucia due difensori sulla destra e scarica un potente destro sul primo palo, disinnescato da Curci. I maggiori pericoli portano ancora la firma di Guarin, bravo a involarsi sulla destra e a mettere un pallone in mezzo, dove Ranocchia colpisce alto in acrobazia e, sempre su iniziativa del colombiano, arriva un altro cross a cercare la fisicità degli uomini interisti, con ancora Ranocchia che di testa colpisce alto, con gli ultimi tentativi di Gargano e di Cambiasso che, servito ancora da un buon lancio di Guarin, impegna seriamente Curci che col suo ottimo riflesso chiude la partita. In conclusione, la Juve è sempre più vicina allo scudetto, approfittando della sconfitta del Napoli, con la lotta al terzo posto che, visti gli scivoloni di Lazio ed Inter, vede maggiormente indiziate Milan e Fiorentina, entrambe vittoriose.

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