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Turbigo

Beviamo l'acqua del rubinetto

'Stop' alle bottiglie di plastica, a scuola si beve l'acqua del rubinetto. Un progetto di ecosostenibilità e per ridurrre ulteriormente la produzione di rifiuti.

“Stop” bottiglie di plastica in mensa... si beve l’acqua del rubinetto. Solo le ultime formalità, poi, finalmente, l’iniziativa entrerà, a tutti gli effetti, nelle scuole cittadine. Studenti, insegnanti e personale scolastico di Turbigo si preparano, così, a questo nuovo e, certamente, significativo progetto. “Siamo in attesa che vengano consegnati gli appositi armadietti per le caraffe – spiega l’assessore all’Ecologia, Fabrizio Allevi – Quindi si potrà cominciare, in maniera ufficiale. Un servizio importante e fa piacere che l’idea sia stata accolta in modo davvero positivo sia dai docenti che dalle stesse famiglie dei nostri alunni. Piena è stata, inoltre, la disponibilità della società che si occupa, appunto, della refezione scolastica e con la quale, fin da subito, c’è stata massima collaborazione. Voglio ribadire il significato di tale attività, ce ne sono più di uno: innanzitutto (è la cosa fondamentale) nasce sempre nell’ottica di un impegno costante per ciò che concerne l’ecosostenibilità ed il rispetto dell’ambiente che ci circonda, senza dimenticare la salute dei bambini e dei ragazzi. Poi, tali azioni permetteranno di ridurre ulteriormente la produzione di rifiuti e, contemporaneamente, anche i costi diminuiranno. Molto probabilmente, non subito (per ora sarà, infatti, in fase sperimentale), comunque con il tempo i risultati potranno essere ben visibili”. Se un vecchio detto dice che “l’acqua del rubinetto fa bene”... perché non utilizzarla? “C’è un parere scritto di un incaricato dell’Asl che certifica proprio la qualità dell’acqua di Turbigo – continua Allevi – Di pari passo ed in maniera costante vengono effettuate le necessarie analisi e gli accertamenti, al fine di avere, puntualmente, il quadro preciso e dettagliato della situazione. In più come comune ci siamo mossi facendo svolgere altre ricerche e studi. Adesso proseguiremo con i controlli periodici: un monitoraggio, insomma, costante”. E allora, pronti a partire: oggi sono le scuole, ma in futuro chissà che, magari, non si possano coinvolgere altre realtà ed i cittadini.

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