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Attualità

L'abbraccio di Milano al Cardinal Martini

Oltre 20.000 persone hanno partecipato ai solenni funerali presso il Duomo di Milano.

Oltre 20.000 persone, in cattedrale o seguendo dalla piazza con i maxischermi, hanno partecipato ieri ai solenni funerali in Duomo di cardinal Martini, l’ultimo abbraccio di coloro che in questi giorni hanno voluto rendere omaggio ad una persona eccezionale. Ora il cardinale riposa in Duomo, dove è stato sepolto, davanti all’altare del Crocifisso di San Carlo. Tante, tantissime persone, che in questi giorni hanno dapprima accolto l’invito dell’arcivescovo Scola a pregare nelle ultime ore per il cardinal Martini, poi hanno sfilato, dopo lunghe code, alla sua camera ardente e infine hanno voluto essere presenti all’ultimo saluto. Giovani, adulti e anziani, credenti o meno, con nel cuore un pensiero, un libro, un motivo (e ce ne sono tanti) che li ha fatti riflettere e per cui dire grazie. Senza dimenticare i numerosi che hanno seguito la cerimonia attraverso i mezzi di comunicazione e hanno accompagnato le esequie con il pensiero. E ora che tutto è concluso, rimane un senso di vuoto, di smarrimento per la perdita di un grandissimo pastore e un senso di riconoscenza per tutto quello che ha lasciato in eredità. Gesuita, studioso delle Sacre Scritture e poi arcivescovo di Milano dal 1979 al 2002, vissuto per anni a Gerusalemme, poi con l’aggravarsi del morbo di Parkison all’Aloisianum di Gallarate, è stato per molti un Maestro, un punto di riferimento, autentico e sincero. Esempio di vita umana e cristiana vissuta in modo coerente alla costante ricerca del dialogo e della verità, al fianco dei più deboli e delle persone emarginate, aveva scelto come motto ‘Pro veritate adversa diligere’ che riassume il suo pensiero. Ha sempre cercato di essere per la gente un compagno con il quale potersi confrontare e senza timore delle domande scomode ha curato una rubrica sul Corriere della Sera per rispondere, con molta umiltà e profondità, ai quesiti dell’uomo, alle domande cruciali della vita e del nostro tempo. Uomo di grandi vedute, favorevole al dialogo e all’incontro con i non credenti e con le altre confessioni religiose, aperto a soluzioni e proposte radicali sui temi più scottanti per tenere il passo nei tempi moderni, è stato capace di vivere e proporre il Vangelo da vero pastore della Chiesa. In un’ultima intervista, preoccupato della situazione della Chiesa, indietro di 200 anni, con l’invito a liberare la brace dalla cenere, la domanda ‘E tu, che cosa puoi fare tu per la Chiesa?’ interpella ciascuno di noi a ruoli più decisi, scelte coraggiose, scuote e provoca le coscienze. Una figura davvero unica, una guida per molti, che ha indicato la via a moltissime persone, richiamando all’essere testimoni, sempre e comunque, della Parola di Dio, una guida da amare. “Noi ti abbiamo amato! Per il tuo sorriso e la tua parola, per il tuo chinarti sulle nostre fragilità e per il tuo sguardo capace di vedere lontano, per la tua fede nei giorni della gioia e in quelli del dolore, per la tua parte di ascoltare e di dare speranza a tutti”, così si è espresso ieri il cardinale Tettamanzi, che di Martini fu il successore. I suoi occhi erano rivolti al cielo, ma le sue parole erano piene di carità cristiana, di amore e di speranza, capaci di interpretare le difficoltà del mondo attuale, di parlare al cuore della gente. Non nascondeva la paura della morte, che sentiva avvicinarsi sempre più, quella paura così umana, che richiedeva l’ultimo estremo atto di fiducia in Dio, abbandonandosi alla sua volontà. Alla fine c’è riuscito, non senza fatica, ma con la stessa coerenza di tutta una vita. Possa ora il Signore, cui ha dedicato l’intera esistenza, accoglierlo in Paradiso e rendergli merito della sua vita.

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