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Turbigo

Un altro ragazzo morto nel Ticino

La terza vittima in sole due settimane nel fiume Azzurro. E sempre al ponte di ferro tra Galliate e Turbigo. E' un 26enne di origine cinese; a nulla sono serviti i soccorsi.

La terza vittima in sole due settimane. Una scena, purtroppo, vista e rivista, troppe volte, in questa estate: la tranquilla giornata con i familiari o gli amici, poi un tuffo in acqua e l’arrivo dei mezzi di soccorso fino alla tragica notizia del decesso. Il Ticino ha fatto un altro morto. E’ successo di nuovo e, sempre nello stesso punto, sotto il ponte di ferro che separa Turbigo da Galliate. Dopo la ragazza non ancora maggiorenne della Costa d’Avorio agli inizi di agosto ed il 19enne cinese qualche giorno più tardi, oggi pomeriggio il fiume Azzurro si è preso ancora un giovane, anche lui della Cina, e di appena 26 anni. Dolore, lacrime e rabbia, i tanti bagnanti che, quotidianamente, si ritrovano in quella zona non riescono a credere a quanto accaduto. Nelle loro parole c’è tutta la disperazione per tre giovanissimi volati via, negli occhi e nella mente le terribili immagini dei loro corpi senza vita a terra. LA CRONACA. Il 26enne cinese e residente a Milano si trovava insieme ad alcuni suoi connazionali: volevano passare qualche ora di svago e relax sulle spiagge “di casa nostra”, poi il bagno per combattere il caldo torrido e l’afa, ma il ragazzo, all’improvviso, ha cominciato ad annaspare. La corrente ed i mulinelli creati dall’acqua non gli hanno dato scampo, lui ha cercato di chiedere aiuto e di mettersi in salvo, ogni tentativo, però, è risultato vano (non si esclude la possibilità che possa essersi trattato di un malore, forse una congestione). Chi era sulle sponde ha capito, immediatamente, che la situazione era grave ed un uomo, che stava facendo delle immersioni, non ha perso tempo, l’ha raggiunto e l’ha riportato sulla terra ferma. Sul posto, intanto, le ambulanze, l’automedica, i carabinieri di Castano Primo, i vigili del fuoco e gli agenti della polizia locale di Turbigo. Per il ragazzo, però, non c’era più nulla da fare. “Le parole fanno fatica ad uscire di fronte a simili fatti – spiega il vicesindaco turbighese, Bruno Antonio Perrone che, non appena saputa la notizia, ha, subito, raggiunto il ponte di ferro al confine con il Piemonte – Massima è l’attenzione che, costantemente, diamo alla zona. Incrementeremo ulteriormente l’opera di sensibilizzazione tra i bagnanti con nuovi volantini e cartelli di divieto di balneazione (sul posto, già, ne sono stati posizionati numerosi in ben sette lingue differenti) per segnalare la pericolosità di alcuni tratti”.

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