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Family 2012

Le bandiere di 153 attendono la Messa

Marina, 30 anni, si stiracchia e si raccoglie i capelli dietro la nuca accovacciata sul saccopelo. Ha passato la notte, qui, sul partone di Milano Parco Nord- aeroporto di Bresso, dove ieri ha assistito alla Festa delle Testimonianze. «Un grande spettacolo. Mi sono piaciute le risposte del Papa alle famiglie. Soprattutto quella in cui ha parlato del Paradiso. Mi ha commosso». Con le sue amiche, cinque studentesse dell’Università di Navarra, è arrivata da Pamplona, lunedì. Ha visitato Milano, il Castello Sforzesco, il Cenacolo, Brera. Poi anche un giro per i negozi del centro. Venerdì, insieme a loro, è venuta in piazza Duomo per accogliere il Papa e ora è qui per la messa, momento culminante del VII Incontro mondiale delle famiglie. «Fra un po’ spero anche io di farmi una famiglia. È una cosa molto importante, soprattutto in questo momento di crisi economica. È come un posto dove sai che puoi essere sempre accolto. E questo incontro celebra la grandezza della famiglia. Per questo ho voluto esserci».

Alle 9 della mattina, un’ora prima dell’inizio della celebrazione, la pista dell’aeroporto di Bresso all’interno del Parco Nord è già piena per oltre la metà. Una distesa di teste, magliette multicolori, ricopre il partone.

Dall’alba i pellegrini sono affluiti attraverso i 10 varchi che danno accesso all’area. Una processione ininterrotta e ordinata.

C’è chi si è messo in viaggio da molto prima. Filippo, 40 anni, ha il volto ancora assonnato. Con la moglie Barbara e il figlio Antonio, è partito in pullman da Foggia, ieri sera alle 6, con altre 65 persone della parrocchia di Sant’Antonio. Alle 3 e mezza sono stati scaricati alla stazione di San Donato e poi in metropolitana fino a qui. «Una notte in bianco per il Papa. Lo abbiamo fatto volentieri. Per noi questo è un momento importante. E volevamo viverlo con tutta la nostra famiglia. Ci è dispiaciuto solo lasciare il più grande a casa. Ma lunedì ha un’interrogazione importante. Il Papa capirà», sorride.

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Valeria si sgranchisce le gambe. Le ha fatte lavorare parecchio ieri. 20 chilometri a piedi da Giussano a Bresso, 4 ore di cammino. «Sembrava una follia ma mi è bastato inviare una mail ai miei amici della parrocchia di San Paolo. E stamattina siamo qui in 7».

I fedeli arrivano a ondate e si dispongono nei settori delimitati dalle transenne. È stato facile arrivare anche per Graziano, 55 anni, nonostante la sedia a rotelle «Esattamente un anno e un mese fa, il 3 giugno, sono rinato una seconda volta, dopo un coma farmacologico di 31 giorni. La mia nuova vita è molto diversa. Ho dovuto di colpo ridimensionare le mie aspettative e imparare a guardare il mondo da un’altra prospettiva. La fede è stata una risorsa fondamentale. E sono qui per ricordarlo a me stesso e alla mia famiglia».

La folla cresce sempre di più tra inni e canti. Poco prima della messa, il pratone si è quasi completamente riempito. Il vento che ha cominciato ad alzarsi fa sventolare le bandiere degli stati africani, le più colorate, in mezzo a questa folla multinazionale, composta da fedeli di 153 paesi diversi.

Tutti in attesa che la Messa cominci sul palco concepito come un grande abbraccio che Milano rivolge al mondo sotto la semicupola trasparente che fa intravvedere il cielo.

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