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Attualità

La notte degli Oscar

Scongiurato il tanto temuto sciopero degli sceneggiatori di Hollywood, nella notte tra il 24 e il 25 febbraio si è svoltà l’edizione numero 80 degli Academy Awards. I due film che si contendevano il maggior numero di statuette, e oltretutto le più importanti, hanno avuto fortuna alterna. ‘Non è un paese per vecchi’ dei fratelli Cohen, tratto dal romanzo omonimo di Cormac McCarthy, ha stravinto portandosi a casa ben 4 statuette: ‘Miglior film’, ‘Miglior Regia’, ‘Miglior sceneggiatura non originale’ e non da ultimo il premio al promettente Javier Bardem, come ‘Miglior Attore non Protagonista’. Al talentuoso regista Paul Thomas Anderson per ‘Il Petroliere’ non resta che raccogliere le briciole se così si può dire. Briciole gustose però, come il premio per la fotografia e il già annunciato riconoscimento ad un veterano della notte degli Oscar, Daniel Day Lewis, “Miglior Attore’ con tutto il merito del caso. Cate Blanchette meritevole in tutto e per tutto e candidata a due nominations torna in Inghilterra a mani vuote e con un po’ d’amaro in bocca. La Cotillard vince come ‘Miglior attrice’ interpretando Edith Piaf ne ‘La Vie en Rose’, ribadendo ancora una volta la preferenza della giura Academy per le interpretazioni biografiche; Tilda Swinton con la sua algida e insignificante interpretazione in Micheal Clayton vince il premio come “Miglior Attrice non Protagonista”. Eliminato dalla cinquina Tornatore, l’Italia ha comunque partecipato alla notte degli Oscar con l’intramontabile Dante Ferretti e la moglie Francesca Lo Schiavo per le scenografie dell’ultima fatica di Tim Burton: ‘Sweeney Todd: il diabolico barbiere di Fleet Street’ con Johnny Depp. Un pizzico d’Italia c’è anche nel premio vinto da ‘Espiazione’ per la ‘Miglior Colonna Sonora’ curata dal nostro Dario Marianelli. Il piccolo ratto buongustaio schiaccia tutti e porta alla Disney Pixar l’ennesimo meritatissimo Oscar per la migliore animazione. Nella miriade di altri numerosi premi resta da citare il riconoscimento alla carriera per Robert Boyle, storico direttore artistico con alle spalle più di un centinaio di produzioni cinematografiche, che finalmente all’età di 98 anni ottiene la statuetta tanto ambita.

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