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Castano Primo

L'Arma, la sua casa

Dopo 35 anni di servizio, il brigadiere capo Giovanni Verrilli va in pensione. I momenti trascorsi in caserma a Castano Primo: tanti ricordi e numerose attività.

“Nei secoli fedeli”, l’Arma dei Carabinieri era ed è, ma, in fondo, sarà sempre la sua seconda casa. E diversamente non potrebbe essere dopo oltre 35 anni di servizio, trascorsi, a volte, in ufficio, altre, invece, di pattuglia, a fare un posto di controllo oppure impegnato in qualche operazione. Il Brigadiere Capo Giovanni Verrilli saluta e va in pensione: un addio sulla carta, un arrivederci, però, di fatto, perché colleghi e amici sanno benissimo che, in caso di necessità o anche semplicemente per un consiglio, lui c’è, comunque. Era il 5 ottobre del 1976 quando un giovanissimo Verrilli indossava, per la prima volta, la divisa; poi, circa 8 mesi dopo (il 13 giugno del ’77), ecco l’arrivo a Castano Primo, la città che lo accoglie quasi come un figlio e da cui non si separerà più. “Ricordo ancora i primi momenti – racconta il Brigadiere Capo – avevo solamente 19 anni, catapultato in una realtà del tutto nuova, ma davvero grandi sono stati l’affetto e la vicinanza che la gente mi ha mostrato”. Un rapporto che è cresciuto e si è consolidato nel tempo e che è diventato, ancor più forte, quando il 54enne ha capito che l’Arma era la sua vita. “All’inizio ti senti come spaesato, ti interroghi se davvero questo è ciò che vuoi fare. Fino a che scatta quel qualcosa, come una scintilla e lì ti rendi pienamente conto che quella è la tua vita. A me è successo nell’ottobre, sempre del 1977, la prima operazione a cui ho preso parte, l’arresto di una banda specializzata in furti di camion”. Intanto, sono trascorsi ben 35 anni, tra interventi di vario genere e tipo, quindi attività di controllo e monitoraggio sul territorio, insomma un lavoro a 360 gradi “Ogni episodio, ogni singolo istante ha un significato. Difficile dirne uno piuttosto che un altro. Per esempio quel giorno, quando nei pressi di Nosate abbiamo salvato un’anziana donna che stava per compiere un gesto estremo nelle acque del Canale Industriale. O, ancora, particolare, è stata la mattina che in treno mi stavo recando a Milano, per l’esame di ammissione al corso sottufficiali. Nevicava, così arrivati alla stazione di Vanzaghello, il convoglio è stato costretto a tornare indietro e da lì non ho più tentato di ripetere l’esame. Il destino ha voluto che andasse così...”. Sono solamente alcuni degli episodi, oggi tutti quanti racchiusi nel cuore e nella mente, nell’album dei ricordi personali. E adesso? “Mi sto lentamente rendendo conto della pensione – conclude – Quasi ogni giorno, comunque, passo in caserma, anche semplicemente per un saluto. Ci sono stato in questi 35 anni e ci sarò sempre, in futuro”.

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