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Robecchetto, Turbigo

"Ho tentato. Non sono riuscito a salvarlo"

L'amico di Gabriele Muntoni, il 18enne morto sabato mattina nel Naviglio Grande ricorda quei terribili momenti. Erano insieme quando è avvenuta la tragedia.

Già nella serata di sabato era rientrato a casa, nell’entroterra genovese. Il cuore distrutto dal dolore, nella mente, invece, le terribili immagini di quella mattina che si mescolano ai tanti ricordi, ai momenti felici trascorsi con lui. Marco Gazzo, da tutti conosciuto con il soprannome di “Billy”, non riesce ancora a credere che sia successo davvero, che l’amico Gabri (Gabriele Muntoni, il 18enne di Savignone, in Liguria, morto l’altro giorno mentre stava facendo kayak nelle acque del Naviglio Grande, tra Turbigo e Robecchetto con Induno) non c’è più, volato via, per sempre. “Non sono riuscito a salvarlo. Ci ho provato, ma non ce l’ho fatta”. Continua a ripetere. Era lì, infatti, Marco quando è avvenuto l’incidente. “Ero, già, in acqua – racconta al telefono con la voce rotta dall’emozione – quando l’ho sentito gridare. Mi sono voltato e l’ho visto in difficoltà. Subito l’ho raggiunto e, con l’aiuto di alcuni passanti, ho cercato di portarlo in salvo. Gabri era incastrato con la canoa in una putrella di ferro che fuoriusciva dall’alzaia, gli ho preso la testa, per tenergliela sopra il pelo dell’acqua, ma aveva perso conoscenza, non respirava. Poi, all’arrivo dei soccorsi, ho capito che non c’era più nulla da fare, che era morto, proprio davanti ai miei occhi”. Undici anni di differenza (Gabriele avrebbe, infatti, festeggiato il 19esimo compleanno il prossimo 31 luglio, Marco, invece, di anni ne ha 30), i due si erano conosciuti all’incirca 2 anni e mezzo fa, grazie proprio alla passione in comune: il kayak e la canoa, appunto. E, fin da subito, era nata una grande amicizia. “Per me era come un fratello più piccolo – continua Marco – Tra di noi c’era un legame molto forte. Ci vedevamo sempre: preparazioni, gare e uscite in gruppo, su qualche fiume o zona d’Italia e dell’Europa, meta di chi come noi è appassionato di questo sport (una settimana fa avevamo trascorso il weekend in Francia), o la sera, per trascorrere, semplicemente, qualche ora di svago in compagnia”. Anche sabato avevano deciso di passare la giornata insieme, come tante altre volte: “La mattina – dice l’amico – siamo partiti dalla provincia di Genova (abitiamo vicini, io in una frazione di Savignone, lui nella stessa Savignone) e abbiamo raggiunto Turbigo; aspettavamo anche un amico, del Milanese, con cui ci saremmo visti più tardi. Giusto il tempo di prepararci e di scendere nel Naviglio che, però, Gabri non c’era più, se ne era andato per sempre”.

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