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Cultura

L'arte mondiale sotto la Madonnina

La Rotonda di via Besana e la Fabbrica del Vapore accolgono alcune delle suggestive opere del grande scultore indiano contemporaneo, Anish Kapoor.

Nato nel 1954 a Bombay, ma con natali artistici londinesi, Anish Kapoor è fra i più grandi artisti viventi. Milano questo lo sa, e fino all' 8 gennaio 2012 offre l'occasione per vedere, e verificare, se il talento di questo straordinario genio si presenta pari alla sua fama. Dallo scorso 31 maggio, infatti, la Rotonda di via Besana e la Fabbrica del Vapore (via Procaccini 32) ospitano due grandi mostre – curate da Gianni Mercurio e Demetrio Paparoni – prodotte dall'assessorato alla Cultura e quello dello Sport e il Tempo Libero di Milano, in collaborazione con la società di produzione artistica MADEINART. L'esposizione della Fabbrica del Vapore ospita la gigantesca installazione site-specific (pensata per il luogo dove è innestata) dal titolo Dirty Corner, quella della Rotonda di via Besana, invece, accoglie per la prima volta in Italia un numeroso gruppo di opere che hanno rivoluzionato il modo di intendere la scultura. Le sculture di Anish, realizzate prevalentemente in metallo o cera 'rossa Kapoor', si integrano nello spazio espositivo sino a diventare un tutt'uno con esso. Veniamo al dettaglio. Dirty Corner, creata con il supporto della Galleria Continua, Lisson Gallery e la Galleria Massimo Minimi, è costituita da un grosso tubo in acciaio lungo circa sessanta metri e alto otto, che si apre come la bocca di una calla ad accogliere il visitatore. Camminando verso il buio totale, il fruitore lascia la luce alle spalle ricercandola sul fondo del cilindro come verità escatologica e liberatoria, mentre al centro un nastro trasportatore crea progressivamente una montagna di terra rossa che dà al tutto un senso sotterraneo. Anche alla Rotonda si persegue la ricerca di un'altra dimensione, con una selezione di strabilianti opere che si confondono con la splendida struttura a croce greca che le ospita: al centro si trova My Red Homeland, installazione di cera rossa che viene definita e compattata da un braccio meccanico, il forte che modella il debole; nei bracci della croce una serie di sculture in acciaio che, distruggendo l'immagine e la voce del fruitore, sembrano in grado di collegare quest'ultimo a una realtà altra. Aperti tutti i giorni della settimana, entrambi gli spazi espositivi permettono all'appassionato e al curioso di trovare il tempo per conoscere un'artista destinato a far parlare di sé, oggi e nei libri di storia dell'arte dei nostri pronipoti. Infine, doveroso segnalare l'attenzione umanitaria di Kapoor (che già con le sue opere rompe la barriera oriente-occidente) e MADEINART, che hanno deciso di supportare la Fondazione Banco Alimentare devolvendogli parte delle sponsorizzazioni e tramite un corner di raccolta cibo nelle due sedi.

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