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Attualità

Atomo: no dalla Germania, Italia al referendum

Dopo settimane di discussioni e scontri è arrivato il verdetto: la Germania ha detto ufficialmente no all'energia nucleare. Una delle più grandi potenze industriali del mondo ha ufficialmente chiuso tutte le porte allo sviluppo dell'atomo, che portava nel Paese il 22% del fabbisogno di elettricità. La maggior parte delle centrali nucleari sarà smantellata entro quest'anno, mentre le tre rimanenti continueranno il loro lavoro per altri 11 anni. La decisione è stata presa dal ministro dell'Ambiente Norbert Roettgen in collaborazione, ovviamente, con il Cancelliere Angela Merkel e le alte cariche tedesche. La decisione è stata presa per via delle numerose contestazioni di vari manifestanti che hanno provocato l'intervento delle forze dell'ordine nelle più grandi città e aree del paese. A Berlino, addirittura, alcuni manifestanti si sono arrampicati sulla porta di Brandeburgo, simbolo della città, per poter esprimere il loro dissenso sul nucleare, soprattutto dopo il disastro di Fukushima, che ha spinto l'amministrazione tedesca a dire addio al nucleare. Dopo lo stop della Germania molte altre potenze industriali mondiali sono nel dubbio se terminare o meno l'attività nucleare. Il nostro Paese il 12 e il 13 giugno sarà chiamato a votare per esprimere il suo parere attraverso il referendum nazionale. Nel referendum sarà chiesto alla popolazione italiana se si è contrari o meno alla progettazione di centrali nucleari sul territorio italinao. La conferma del quesito da parte della Cassazione è stata presa dopo l'approvazione di un decreto nel pacchetto 'omnibus' che procrastinava la decisione al prossimo anno. Questa volta sarà un referendum molto combattuto perchè la popolazione è divisa su cosa scegliere: da un lato c'è il pericoloso rischio atomico; dall'altra l'opportunità di sfruttare un materiale che da maggiori risultati con una minore quantità. Il referendum, quindi, è stato una carta giocata molto bene dall'Italia, perchè permette di capire veramente come la popolazione la pensa in merito a questo argomento. Anche in Italia, però, è da menzionare l'importante compito che Greenpeace ha svolto in questa situazione: senza l'associazione per la salvaguarda dell'ambiente e le sue proteste, forse non si sarebbe arrivati al referendum. In attesa dei due giorni tanto attesi, cercheremo di restare aggiornati.

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